Quel sit-in di protesta delle donne contro il trasferimento del parroco di Canepina

di Luciano Costantini

Don Giuseppe Aquilanti è un benemerito prete di paese, Canepina nel caso specifico. Si è fatto amare ed apprezzare per le sue doti di pastore di anime. Quando si sparge la voce di un suo possibile trasferimento ad altra sede, gran parte delle donne del piccolo centro dei Cimini si mobilita e organizza una manifestazione di protesta dinanzi alla sede vescovile di Viterbo: don Giuseppe deve restare a Canepina, senza se e senza ma. Il sit termina solo quando le donne avranno avuto assicurazioni sulla loro richiesta. Il Messaggero riporta la notizia in data 9 novembre ’65.Non è dato a sapere di come la faccenda sia terminata.

L’articolo integrale (Il Messaggero del 9 novembre 1965)

Nel pomeriggio di ieri una settantina di donne provenienti da Canepina hanno inscenato una manifestazione nei pressi del Palazzo Vescovile per essere ricevute dal vescovo mons. Adelchi Albanesi, al quale volevano richiedere che il loro parroco, don Giuseppe Aquilanti, rimanesse a Canepina.

  Già ieri erano stati approntati due pullman carichi di persone, ma i carabinieri avevano trovato il modo di dissuadere le donne e di farle rimanere così a Canepina. Quest’oggi però 48 di esse sono salite sul pullman in servizio di linea che quotidianamente collega il piccolo centro con Viterbo e si sono avviate dal Sacrario verso piazza della Morte, dove sono state bloccate da un servizio d’ordine predisposto dai Carabinieri, dalla Questura e dalla Polizia Stradale.

   Pian piano, però le file delle dimostranti sono andate aumentando, in quanto si sono aggiunte anche altre donne arrivate a Viterbo con automezzi privati. All’origine della manifestazione sta il fatto che da qualche tempo circola piuttosto insistentemente a Canepina la voce che don Giuseppe Aquilanti sarebbe stato trasferito, non si sa bene per quale motivo. C‘è anche chi pensa possa trattarsi di una manovra politica.

   Il trasferimento di don Giuseppe Aquilanti non va a genio però ai canepinesi, i quali hanno sempre circondato di grande affetto e di stima il sacerdote, soprattutto per le sue eccezionali doti di carità; affetto dimostrato un paio di anni fa, epoca in cui il sacerdote fu colpito da una grave malattia.

   Nel pomeriggio di ieri le donne di Canepina hanno quindi pensato di venire a Viterbo per ricevere dal vescovo l’assicurazione che don Giuseppe venga lasciato a Canepina e sono rimaste nei pressi del Palazzo Vescovile fino a quando non è stato lo stesso sacerdote a convincerle a tornare a casa, affermando di avere richiesto di propria iniziativa il trasferimento.

  Così, verso le 18, il lungo corteo si è sciolto e le donne si sono avviate verso la stazione delle autolinee minacciando però nuove manifestazioni di protesta nel caso che la loro richiesta non venga accolta.

Nella foto. La statua di Santa Corona protettrice di Canepina

 

Luciano Costantini

*Luciano Costantini, giornalista professionista, ha lavorato in qualità di vice capo servizio presso la redazione centrale de Il Messaggero, occupandosi di sindacato ed economia. Rientrato a Viterbo, firma in qualità di direttore editoriale la testata TusciaUp. La sua grande passione per la storia è raccolta in tre libri: Il giorno che accecai il Duce, Fuori le donne dal palazzo dei Priori, l’ultimo pubblicato“O Dio con Noi o tutti in cenere”, tutti editi da Sette Città.  Echi di cronaca del secondo dopoguerra è la rubrica periodica su questa testata, in cui racconta aneddoti e fatti di quel periodo storico riportati proprio dal quotidiano romano in cui ha vissuto il suo cammino professionale.

Documentazione tratta dalla ricerca d’archivio presso la Biblioteca di Viterbo.

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