Prima Guerra Mondiale: in una mostra ricordi e testimonianze dal territorio

Luciano Pasquini

“Che vi sia di conforto” con questa frase i fanti della prima guerra mondiale (1915-18) erano soliti chiudere le lettere che inviavano dal fronte alle loro madri, fidanzate parenti. La prima guerra mondiale ha spazzato via certezze, città, uomini, imperi. Nel panorama internazionale ancora oggi si sente l’eco di quelle decisioni, che sconvolsero gli assetti geopolitici della vecchia Europa. Una guerra, dove le nuove tecnologie della scienza furono impiegate massivamente. Un Papa che ieri come oggi, ammoniva sul baratro che si sarebbe aperto, con il ricorso alla guerra come ultima soluzione. La storia non si ripete, ma possiamo fare tesoro degli errori passati questo è un dovere. Anche se è stato un conflitto dolorosissimo per chi ha combattuto in trincea, lo è stato anche per chi è rimasto lontano dal fronte, dove la fame e gli stenti hanno fatto molte vittime. La città di Viterbo ha dato il suo importante contributo di giovani, mandati al fronte e la commemorazione che si è tenuta il 28 febbraio presso la “Sala Regia” del Palazzo dei Priori è stata una modo per ricordare quelle giovani vite, nel centenario della Prima Guerra Mondiale, sacrificio che è servito a gettare i semi per la successiva storia Italiana. La Giornata organizzata con il contributo dell’Associazione Take off ha visto la partecipazione di Silvio Cappelli in veste di moderatore, inoltre il Sindaco Leonardo Michelini, il docente di Archivistica Generale, Luciano Osbat, l’On. Giuseppe Fioroni , e un eccellente oratore l’On. Franco Marini, con il suo qualificato intervento storico, sugli anni della Grande Guerra. Intense e commoventi le lettere lette dal giovane attore Valerio Razzano dei soldati al fronte, il maestro Fabrizio Viti al piano ha eseguito brani dell’epoca. Una mostra è allestita, con pregevole materiale fotografico e documentaristico dell’epoca, nelle sale “dell’Aurora e dei Paessaggi” presso il Palazzo dei Priori dal 23 febbraio al 25 aprile 2018, l’ingresso è libero per non far perdere soprattutto ai viterbesi di conoscere il significato della propria storia.

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