Presentato il primo“Bilancio sociale del Tribunale di Viterbo, una sinergia preziosa con l’Unitus

Talvolta risulta fin troppo facile spiegare un bilancio portando semplicemente numeri e slide. L’errore di interpretazione, se non si è addetti ai lavori, può nascondersi dietro cifre e immagini. Nella Sala Regia di palazzo dei Priori la presentazione del “Bilancio sociale del Tribunale di Viterbo” è un avvenimento di significativa rilevanza: perché è il primo in materia; perché viene illustrato in presenza (anche se con tanto di mascherina per tecnici e ospiti); perché prende in esame un triennio, l’ultimo, non esattamente banale; perché offre risultati (almeno in parte) che sono figli del Covid e magari genitori di un nuovo periodo per guardare e amministrare la nuova giustizia. Il bilancio è frutto di un lungo e serio esame di dati forniti dal Tribunale e quindi raccolti ed elaborati da docenti dell’Università della Tuscia. Una sinergia preziosa. La presentazione avviene nella splendida sala comunale con il sindaco Giovanni Arena a fare gli onori di casa. Saluti istituzionali del primo cittadino, del Rettore di Unitus Stefano Ubertini, del Procuratore Paolo Auriemma, del presidente dell’Ordine degli avvocati Stefano Brencaglia. Gli interventi tecnici sono di Maria Rosaria Covelli presidente del Tribunale, dell’ex rettore dell’ateneo Alessandro Ruggieri, delle professoresse Gina Gioia e Rosa Ruggiero. Le conclusioni sono affidate al presidente della Corte di Appello di Roma Giuseppe Meliadò. Un bilancio che al di là dei numeri è stato costruito sul lavoro comune in uno spirito di squadra che va rafforzato soprattutto per superare l’impatto devastante del Covid, che tuttavia non ha frenato l’attività giudiziaria. Tutt’altro. Come dimostrano i dati snocciolati e che, nella sostanza, offrono una immagine di un confortante recupero sulle dinamiche giudiziarie. Un rendiconto che costituisce una assoluta novità per il capoluogo e la Tuscia. Ed è comunque – viene puntualizzato – un lavoro in divenire, nel senso che si tratta di uno studio in fieri e che servirà a scandagliare meglio e più dettagliatamente il sistema anche economico e sociale del territorio. “L’obiettivo – sottolineano quasi all’unisono il presidente del Tribunale Covelli e l’ex rettore Ruggieri – è quello di conoscere per intervenire al meglio nell’interesse prioritario della collettività”. I numeri. Sono tantissimi. Ma a fare sintesi si può leggere una riduzione generalizzata dei processi civili, tranne che nella voce riguardante le cause di famiglia. Così come si accorciano i tempi della giustizia: per l’ufficio Gip la durata media era di 783 giorni nel 2017, di 746 nel 2018 e di 462 giorni nel 2019; le cause pendenti presso il Giudice di Pace erano 1.395 nel 2017, 1.133 nel 2018 e 1.056 nel 2019. Per quanto riguarda la composizione dei reati, relativi al dibattimento di primo grado, nel triennio 2017/2019, risultano in calo quelli contro la pubblica amministrazione (-10%), quelli sui reati tributari (-40%), quelli sui reati fallimentari (addirittura -66,6%) mentre sono in preoccupante crescita quelli contro la persona (+4,6%) e contro la famiglia (+34,1%). (L. C.)

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