Pizzica e tamburello: due corsi alla scoperta del ritmo

Coppia balla la pizzica

Anche Viterbo, è stata contagiata dal ritmo frenetico e energico della pizzica, tipica danza del folklore salentino, che con i suoi strumenti, tamburelli, cupa cupa, chitarre, fisarmonica e mandolini, sembra avere il potere di far bollire il sangue nelle vene e coinvolgere nelle sua danza anche i più restii.

Partono dal 22 novembre quattro incontri, per un percorso alla scoperta delle tradizioni popolari salentine, tenendo insieme i due mondi: la pizzica e il tamburello, che saranno gli strumenti che ognuno farà propri per far esperienza del suono e del movimento che gli appartiene. Si potrà partecipare al singolo corso o ad entrambi.
I

l laboratorio sarà tenuto dal maestro Antonio Goduto, presso la palestra Largo Don Alceste Grandori a Viterbo, in collaborazione con l’Asd Special training nei seguenti giorni:
22 e 29 novembre, 6 e 13 dicembre. I corsi si svolgeranno dalle 15,00 alle 16,30 (tamburello) e dalle 16,30 alle 18,00 (pizzica) Costo di un corso: 50 euro per 4 lezioni. Costo per entrambi i corsi: 80 euro per 4 lezioni Per informazioni tel Rossella 3343185230 o Linda 3334615940

La pizzica ha delle origine molto antiche; c’è chi addirittura, classificandola nelle danze del Tarantismo, afferma che si abbiano sue traccie nella mitologia greca. Una versione del mito di Aracne, narra di una giovane ragazza, la quale fu sedotta da un marinaio che partì dopo la prima notte d’amore, e da allora visse in attesa del ritorno del suo amore. Una mattina la ragazza vide una barca avvicinarsi alla costa e fece il segnale convenuto con il suo marinaio. Dalla nave giunse la risposta: era tornato. Ma a pochi metri dal porto la barca fu affondata e coloro che erano a bordo vennero uccisi. Aracne vide morire il suo amore dopo anni di attesa. Così, alla morte della giovane, Zeus la rimandò in terra per restituire il torto ricevuto, non come ragazza ma come tarantola.

E’ una danza ludica dei momenti di festa e di convivialità, dove la gente si incontra nelle piazze e inizia a danzar, accompagnata da suonatori vestiti con camicie bianche, gilet neri o marroni, pantaloni al ginocchio e cappelli in feltro o paglia, o semplicemente baschi. In passato era ballata dalla gente più umile, quella dedita ai lavori più ardui, ai lavori della terra, che approfittavano delle giornate di festa per svagarsi ballando. Ma era utilizzata anche per curare e curarsi dal veleno di tarantole e scorpioni. Si credeva infatti, che questa musica esorcizzasse, in particolare, le donne tarantate e le curasse; inoltre, perche la cura avesse risultati efficaci, la si suonava e ballava anche per giorni o settimane.

Tante le tipologie di pizzica: c’è la pizzica pizzica, che solitamente si balla in coppia e caratterizzata da giravolte, passi a braccietto o saltelli per mano; elemento caratteristico di questa tipologia è l utilizzo di un fazzoletto, che viene sventolato per invitare alla danza il partner scelto. Le donne inoltre, sono solite danzare reggendosi le lunghe gonne ch sventola a ritmo. Si ricordano poi la pizzica a scherma e la pizzica di San Vito; quest ultima in origine doveva esser ballata in acqua, perchè la cura dal veleno della tarantola avesse effetto.

E’anche ritenuta una danza di corteggiamento durante la quale due ballerini si avvicinano ma non si toccano mai. Conduce il ballo la donna, che servendosi di piccole fughe, guizzi, repentine fermate e ripartente, stuzzica l’uomo ad inseguirla, a “braccarla” delicatamente. La danza di coppia è sostenuta dalla “ronda”, cerchio costituito da ballerini, musicisti e spettatori: il cerchio rappresenta la perfezione e quindi  l’energia esterna che si riversa sulla coppia.

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