Brindisi con prodotti locali al Circolo Culturale “Enrico Pocci” di Tuscania per i racconti di Vincenzo Ceniti riuniti nel suo libro “Tuscia in pillole” (ed. Sette Città). L’autore ha ricordato e commentato alcuni episodi del suo colorito dossier davanti ad un pubblico partecipe e interessato. In apertura la pagina drammatica del terremoto 1971 di Tuscania che provocò distruzione e morte. Le foto dell’abside sventrata della basilica romanica di San Pietro e quella del volto insanguinato del parroco don Lidano fecero il giro dell’Europa. Gli immediati soccorsi e l’arrivo tempestivo a Tuscania dell’allora presidente della Repubblica Giuseppe Saragat e del capo del Governo Emilio Colombo furono il provvidenziale segnale di una rapida ricostruzione.
Subito spazio all’uomo cavallo, come veniva chiamato il pittore Giuseppe Cesetti, le cui opere dettero grande visibilità alla sua città natale. Concreti anche i contributi promozionali dell’altro concittadino, Italo Arieti, che da medico pediatra coltivò l’hobby della cucina, ampiamente dimostrato con il suo libro (5 edizioni) di “Tuscia a tavola”, in cui ha riunito decine di ricette di mamma Ilde.
Il tenore Veriano Luchetti, originario di Tuscania, cui oggi è intestato il teatro comunale, fu un grande dell’opera lirica insieme alla moglie soprano Mietta Sighele. Ricordo doveroso ad un altro tuscanese, Vincenzo Campanari, che nel 1837 allestì a Pall Mall a Londra una mostra sugli etruschi suscitando l’attenzione e l’interesse dell’archeologo inglese George Dennis
Ebbe a che fare con Tuscania anche Giacomo Puccini che frequentò più volte il salotto culturale di donna Maria Collacchioni nel castello della vicina Capalbio e soprattutto le battute di caccia organizzate dal marito Marco. Il maestro lucchese acquistò un vecchio rudere presso la tagliata di Ansedonia che trasformò in pied-à-terre maremmano. Lo vediamo in una foto durante una visita a Tuscania insieme alla Collacchioni, davanti alla chiesa di San Pietro.
Immagini di Tuscania pure nei quadri di Fortunato Del Tavano, pittore figurativo, autore di ritratti e vivaci paesaggi, presente nella Tuscia insieme ad una cordata di colleghi tra cui Alessio Paternesi, Felice Ludovisi, Publio Muratore, Pirro Meacci, Carlo Vincenti ed altri.
Originario di Tarqunia e maremmano doc, il tombarolo Omero che da giovane coltivò la passione per la civiltà etrusca diventando un abile artigiano di vasi, buccheri, gioielli e pitture, perfettamente identici agli originali. Sempre a Tarquinia, Emilio Greco (sue le sculture nel parco di Collodi, delle porte del Duomo di Orvieto e di papa Giovanni XXIII a San Pietro) ha lasciato a Tarqunia una delle sue opere più belle, l’Adolescente, chiamata così in omaggio del poeta prediletto Vincenzo Cardarelli.
Il racconto di Vincenzo Ceniti coinvolge anche altre località, come Soriano nel Cimino, che è ricordata per aver ospitato intorno al 1910 Luigi Pirandello, dove ha scritto, tra l’altro, due novelle “Canta l’epistola” e “Rondone e Rondinella”. Da ricordare la sua poesia “Pian della Britta”, un castagneto nei pressi del paese: “Che fragor di mare fan questi tuoi castagni alti e possenti”.
La Tuscia Viterbese ha dato anche un tetto ad Amadeus Mozart nel suo primo viaggio in Italia con il padre Leopoldo (sostarono a Centeno, Viterbo e Civita Castellana) e a Friedrich Haendel ospite a Vignanello del principe Francesco Ruspoli. Nella quiete dei Cimini compose alcune arie, come l’antifona al Salve Regina. Quiete dei Cimini favorevole anche a Corrado Alvaro che scelse Vallerano per il suo buen retiro, dove volle essere sepolto insieme al figlio e alla moglie.
“Tuscia in pillole” accoglie coloriti riferimenti a vari personaggi della Viterbo che fu, come Armidoro, gobbo portafortuna, la Caterinaccia esempio di donna fiera, libera e indipendente, Peppe detto “Tramontana” che sbarcava il lunario con mille lavori, Nocilli, il primo vero impresario in città di pompe funebri (diceva “La salma va trattata in guanti bianchi”), il popolare “Annibale” politico Dc anni Cinquanta (“Toglierò i selci delle strade per evitare che le donne ci affondino i tacchi”).
Zoom sul Moai di Vitorchiano scolpito in un masso di 400 quintali donato da Renzo Anselmi allora titolare delle cave di peperino ad un gruppo di abitanti dell’isola di Pasqua giunti nel viterbese alla fine degli anni Ottanta. E molto altro ancora. Le “pillole” vengono pubblicate settimanalmente dal quotidiano online “TusciaUp”.
Cesare Pocci, presidente del circolo culturale di Tuscania “Enrico Pocci”, ha consegnato a Vincenzo Ceniti una targa ricordo per la sua preziosa attività divulgativa, anche come console del Touring Club Italiano (foto cover).