Pilastro, il quartiere del “fare insieme”

di Eleonora Speranza e Andrea Multari *

Il quartiere Pilastro dagli anni ’50 ad oggi ha maturato un’ identità ben precisa: orgoglio e tradizione ne fanno una delle comunità più attive sul territorio viterbese. Associazioni, comitati e attività sportive sono il fiore all’occhiello di un quartiere che sembra andare in controtendenza con la mancata identità che spesso affligge la società.
A Montbèliard, piccolo paesino francese, esiste un detto:
On remise l’église au milieu du village”, cioè “Abbiamo rimesso la chiesa al centro del villaggio”. E’ questa la peculiarità del Pilastro. Esso si estende poco fuori le mura medievali della città papale. Un’autentica comunità, più che un quartiere, di 4500 anime. Un piccolo paese, un paese all’ interno della città.
Il Pilastro nasce e comincia a respirare nel primo dopoguerra: all’inizio qualche palazzo e tanto verde. E’ questa la cartolina del quartiere agli albori degli anni ’50.
Non c’è ancora un campanile che indica il cuore della comunità, bisognerà aspettare il 10 dicembre del ’53, quando prenderà vita la Parrocchia del Sacro Cuore, che si configura da subito come il punto di riferimento per tutte le associazioni che di lì a poco avrebbero costellato il panorama del quartiere e polarizzato gli interessi di molte giovani famiglie. Quest’ultime, grazie all’Istituto autonomo per le case popolari, presto avranno una casa e la possibilità di vivificare e crescere il neonato Pilastro.
Il tempo scorre e i bambini cominciano a popolare le vie, ed è proprio lì che inconsciamente si accingono a costruire la tradizione: con un po’ di cartone, una piccola parata e qualche clarinetto fondano quella che oggi gli abitanti con orgoglio chiamano Mini Macchina. Grazie alla passione del suo comitato, la manifestazione festeggerà il prossimo anno il suo mezzo secolo di vita, orgoglioso del fatto di far utilizzare la stessa casacca ai facchini, con tanto di spallette e ciuffi, ed essere stata terreno di addestramento per molti dei futuri facchini senior. Capofacchino Giuseppe Loddo. Il Comitato Festeggiamenti Pilastro costituito dal 1978,con presidente Angelo Loddo, insieme alla Mini Macchina promuove durante il corso dell’anno iniziative di solidarietà.
Il Pilastro, sin dalle sue origini, si contraddistingue per essere un quartiere vitale, la chiesa è il luogo che vede le idee dei pilastrini prendere forma. Una comunità con una forte tradizione e sempre attenta al sociale.
Negli anni ’60, nasce un vero e proprio comitato di quartiere e in seguito, nel ‘97, grazie al grande impegno di uno dei suoi membri più attivi, Luciano Barozzi, si sviluppa il centro sociale. Dice lo stesso Barozzi: “Dovevo fare qualcosa, ogni volta che passavo su viale Bruno Buozzi mi si stringeva il cuore a vedere tutti quegli anziani stipati sul muretto, che pur di stare in compagnia combattevano il freddo e la pioggia”. Oggi il centro offre numerose iniziative, tra le quali la celebre Calza della befana più lunga del mondo, i cui ricavati vengono donati in beneficenza.
Non molti anni prima, a conferma del forte spirito solidale che anima il quartiere, viene fondata l’ADMO (Associazione Donatori Midollo Osseo) da Paola Massarelli, spinta dall’esperienza personale del figlio Manuel, nato con un’immunodeficienza: “In quegli anni la sensibilità e la conoscenza su tali tematiche era molto debole, ma il quartiere non ha esitato a mostrare il suo affetto e a rispondere presente, tanto è vero che i risultati ottenuti ci danno più ottimismo per il futuro.
Oggi sono 700 le persone le quali, dopo un consenso informato, hanno deciso di seguirci in questa nostra battaglia”.
Nel ’90 , il quartiere sembra svilupppare sempre più nella sua fervente attività. E’ proprio in quegli anni che un altro fiore all’occhiello del Pilastro, la Libertas, prende corpo, e mentre i bambini del quartiere sono impegnati nel basket, nella danza e nella ginnastica, la presidentessa Vera Turchetti, per amore delle figlie, introduce anche il pattinaggio. “Di certo non sono mai salita su un paio di pattini, ma cosa non si fa per le figlie, per me ogni bambino che entra qui diventa un figlio da accudire con tutte le attenzioni del caso, solo io conosco il numero di body che ho cucito a mano” ostenta orgoglio la signora Vera “Sano sport e famiglia, è questo lo spirito che si respira alla Libertas”.
Proprio questo sport con gli anni è divenuto il vero e proprio traino e punto di riferimento non solo della polisportiva del quartiere, ma di tutta la Tuscia. Grazie alla campionessa Marika Fontana conquista in Colombia l’argento.
Il numero degli iscritti aumenta, non mancano i numerosi successi, e dalla piccola palestra limitrofa alla chiesa si passa all’attuale struttura.
Oggi il Pilastro può contare su due piste scoperte e una al coperto che fanno della Libertas un vero gioiellino del pattinaggio laziale, con nulla da invidiare alla vicina Roma. Una sorta di stella polare del quartiere è costituita dalla parrocchia affidata a don Flavio Valeri, coadiuvato da don Pier Paolo Fanelli e dal suo fondatore don Enzo Aquilani: attività di catechesi, scout, e ogni estate un grest organizzatissimo.Il gruppo scout AGESCI  Viterbo, presso la stessa Parrocchia del Sacro Cuore è operativo dal 25 novembre 2018.Va pure citata  l’Associazione Culturale Pilastro nata nel 2001 all’interno della parrocchia del Sacro Cuore,  si occupa del corteo storico delle nobili famiglie viterbesi, dei musici, e degli sbandieratori, ne è presidente Assunta Civitelli ,sta veicolando l’immagine del quartiere in giro per l’Italia. Fondatori Paola Massarelli e lo stesso parroco Don Flavio.Non manca né l’entusiasmo né i giovani che continuano a essere la linfa vitale di una comunità che non tralascia l’accoglienza. Sul tema dell’accoglienza e dell’integrazione c’è bisogno di discutere e ascoltare afferma don Flavio.”Sono circa 40 le famiglie di immigrati regolari di cui la parrocchia si occupa, ben inserite nel tessuto sociale, di cui la componente cattolica frequenta le attività parrocchiali”. Decorazione, sartoria, fotografia, giornalismo, tecnico del suono, ripresa e montaggio video, cucina, orto in casa, riciclo creativo, lingua dei segni italiana, sono i laboratori gratuiti che propone in via Francesco Cristofori La Casa delle Arti fondata da associazione Juppiter di cui è il presidente quel Salvatore Regoli che ha fatto dell’inclusione la sua ragione di vita. “Ognuno, nella sua diversità, riesce a esprimere al meglio la propria autenticità. Il valore di ognuno di noi sta proprio nel distinguersi dall’altro, con una propria personalità e creatività. E sono certo che proprio questa differenza contribuisca ad arricchire la nostra società. Tutto questo è il Pilastro.

*Studenti Università della Tuscia Disucom- Dipartimento di Scienze Umanistiche, della Comunicazione e del Turismo

 

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