Pierluigi Presciuttini, la tradizione di famiglia e la passione per l’oro verde

di Nicole Chiassarini

La Tuscia è cultura, arte, tradizioni, ma anche sentimenti e una casa nella quale si vuole sempre tornare. È così anche per Pierluigi Presciuttini, originario di Montefiascone e proprietario del “Frantoio Oleario Pierluigi Presciuttini”.
La sua storia inizia in mezzo agli olivi e all’interno del frantoio della sua famiglia e la sua vita all’inizio si concentra all’interno di quelle mura e in campagna. Da grande decide di andare via e trasferirsi a Roma, prendendo una strada completamente diversa e iniziando una carriera universitaria in psicologia. Tornerà nove anni dopo a casa, colto dall’irrefrenabile desiderio di rivedere la sua terra natale, e recuperare la tradizione di cinquant’anni lasciatagli in eredità dalla sua famiglia. Il Frantoio di Giuseppe Presciuttini passerà, dunque, nelle mani di suo figlio Pierluigi, felice di poter continuare la storia della famiglia e di inseguire quella che oggi potrebbe essere la sua giusta strada.
Dopo cinque anni si rende conto che qualcosa va cambiato, serve una ventata di aria fresca per la propria attività. L’amore per queste piante lo ha portato ad intraprendere con passione e tenacia la ricerca di continui miglioramenti nella gestione degli oliveti, passando dal sistema di estrazione tradizionale fino a cambiare totalmente i macchinari, reinvestire dei soldi, tempo e risorse per fare in modo che il suo frantoio potesse tornare finalmente agli antichi fasti. Ma anche il recupero di oliveti abbandonati, 15.000 nel territorio di Montefiascone e più di 150.000 in tutta la provincia di Viterbo. “Un’eredità immensa e un patrimonio del quale siamo responsabili, perché ne siamo i custodi e chi verrà dopo di noi dovrà trovarlo nelle migliori condizioni – ci ha spiegato Pierluigi”.
Un percorso che in realtà è ancora in una fase embrionale, ma che fin da subito ha privilegiato una coltivazione sostenibile e naturale, in modo da poter creare una collaborazione e sinergia tra uomo e pianta, salvaguardando l’ecosistema, escludendo l’uso di prodotti chimici dannosi con la ferma convinzione che la naturale qualità del prodotto debba essere privilegiata.
Attualmente gestisce circa quattromila piante e quasi tutte sono state recuperate dall’abbandono negli ultimi cinque anni. “Adesso il nostro obiettivo è quello di creare un prodotto di eccellenza da poter portare sul mercato, insuperabile sotto certi aspetti, in modo tale che la vendita mi permetta di recuperare altri oliveti abbandonati. Con l’obiettivo di produrre un olio assolutamente straordinario, sono sempre in cerca di oliveti dimenticati da poter recuperare. Mi attraggono in particolar modo le piante che sono state lontane dall’uomo per molto tempo in quanto sono le migliori per qualità di produzione e assolutamente le più generose, nonostante l’uomo le maltratti riescono sempre a donare dei meravigliosi frutti. Il recupero è un argomento che è stato subito degno di interesse perché c’erano terreni che nessuno curava, ma con la giusta attenzione e la giusta tecnica ho razionalizzato la procedura di recupero, in modo da seguire un preciso parametro. In questo caso è quello della coltivazione a vaso policonico, metodo ideato da Alfredo Roventini nel 1920 e caduto in disuso durante le gelate degli anni Cinquanta. È un sistema di gestione dell’oliveto che mi permette di recuperare la pianta molto velocemente, in due anni, ed è anche grazie a questo sistema che riesco a recuperare tremila piante l’anno”.
Ma un grande pregio dell’azienda è il voler mettere in gioco i più giovani, insegnando loro tutti i segreti del mestiere sulle piante e al momento del raccolto, in modo da poter mandare avanti un’immensa tradizione. La stessa dei padri e dei nonni che da tempo portano sulle nostre tavole il pregiato oro verde. “Questa per me è una passione, prima che un lavoro. Ovviamente c’è tanto sacrificio dietro, ma è un impegno molto serio ed un progetto nel quale ho il piacere di investire molte risorse, perché sono fermamente convinto che l’Italia abbia ancora da dire sull’olivicoltura mondiale di Qualità. È anche per questo che abbiamo deciso di dar vita al nostro olio …Di Notte®, avevamo bisogno di preservare la qualità dei frutti e con il caldo della giornata era pressoché improbabile. Perciò abbiamo deciso di portare le diverse fase durante la quiete della sera, quando il sole è tramontato e le temperature sono più adatte al mantenimento delle olive”
L’obiettivo di Pierluigi Presciuttini, oggi, è quello di portare avanti la grande tradizione di famiglia, creando un prodotto di prestigio e, recuperando quanti più terrenti abbandonati nel territorio della Tuscia, fare in modo che tale risultato diventi un emblema del recupero del territorio e dell’olio di eccellenza. “Il mio rapporto con la Tuscia è di amore incondizionato. Sono tornato in questa terra dopo nove anni a Roma perché non ne potevo più di starle lontano, ne ero più innamorato che mai. Purtroppo c’è ancora un atteggiamento lassista da parte degli autoctoni, ma allo stesso tempo c’è una tenacia nel territorio dettata dalle radici etrusche che ha creato un legame indissolubile con la nostra casa. Vorrei ci fossero più attività come la mia, volte al recupero. Quando ero piccolo mi dicevano sempre che in terra di Tuscia se metti un bastone, l’anno dopo mette i fiori. Questo per far capire quanto questo territorio sia fertile e per quanto potrebbe donarci incondizionatamente”.
L’invito adesso è di partecipare, vedere il lavoro del Frantoio Oleario di Pierluigi Presciuttini e vivere anche solo per un giorno una delle tradizioni più incantevoli, che è passata di generazione in generazione e che rappresenta un marchio di fabbrica per la nostra bella Tuscia.
Lunedì 28 ottobre il recupero degli oliveti abbandonati nella Tuscia e rimessi in produzione dall’imprenditore agricolo, Pierluigi Presciuttini, con il suo frantoio a Montefiascone, sarà l’argomento protagonista di un servizio su Rai news 24, nella rubrica “Mordi e fuggi” dedicata al cibo e al turismo culturale con particolare attenzione alle eccellenze italiane.

Foto: Post Fb Frantoio Oleario Pierluigi Presciuttini

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