Pelliccia ha presentato Una biblioteca: “Facciamo sì che questa città sia definitivamente bonificata dall’incuria”

di Luciano Costantini

“Una biblioteca, il progetto per la sede unica della Biblioteca Consorziale di Viterbo”. Il titolo che il commissario straordinario, Paolo Pelliccia, ha dato al suo libro è semplice e corretto. Ma, per la verità, non offre immediatamente l’idea di ciò che sarà del sito storico di palazzo Santoro. Fin troppo timida l’intestazione del lavoro del commissario e del suo team per spiegare esaustivamente ciò che palazzo Santoro diventerà e ciò che significherà per la città di Viterbo. Biblioteca certamente, ma anche ristorante, bar, aree di lettura e di scambi culturali, un cinema, una sala per la musica e una per la didattica, un archivio storico, perfino una banca. E soprattutto il risanamento della piazza retrostante di Campoboio che ospiterà un giardino. In sintesi, un nucleo triangolare ai cui vertici sono il teatro dell’Unione, via Marconi, palazzo Santoro appunto, che dovrebbero trasmettere linfa vitale all’intero centro storico. Un sogno di quasi estate? Intanto no perché nella testa di Pelliccia, l’idea di una città della cultura, è ben radicata da anni. E poi perché questa volta, in occasione della presentazione del progetto nella sede della biblioteca consorziale di viale Trento, sono presenti autorità civili e militari, il governatore del Lazio Nicola Zingaretti e soprattutto una fittissima schiera di amministratori comunali di ieri e di domani. Sì, perché nella sala delle conferenze sono seduti nelle primissime file i candidati di tutte le liste in corsa alle prossime elezioni amministrative. Avranno certo preso atto delle parole del vulcanico commissario. Parole più che incisive ma che nella circostanza suonano come un autentico testamento spirituale. “La biblioteca è strumento con il quale si costruisce la cittadinanza e la democrazia. E’ un attrattore culturale e noi con questo progetto abbiamo voluto dimostrare nei i fatti come si fa crescere la città”. Paolo Pelliccia è un fiume in piena, ma non è una novità. Prosegue senza fronzoli dialettici rivolgendosi chiaramente ai politici che gli sono di fronte: “Il mio compito è terminato, la mia missione si chiude qui. Ricordate, che non è stato fatto un favore a me, ma alla città. La patata bollente passa nelle vostre mani, se riuscirete a realizzare il progetto sarò felice, se non ci riuscirete sarò felice lo stesso. Non è ancora terminato il cammino che ci porta fuori dall’incuria in cui ha versato fin qui il nostro patrimonio culturale. E quando lo avremo fatto non dovremo festeggiare perché solitamente non si festeggia se si esce da una fogna nella quale si è caduti, si tira un sospiro di sollievo e ci si va a cambiare d’abito”. Poi rivolgendosi direttamente al presidente Zingaretti: “Caro Nicola, la buona amministrazione serve per costruire insieme il bene comune, e non per uno slogan. Facciamo sì che questa città sia definitivamente bonificata dall’incuria. Il mio compito è finito e ciò che farò dopo lo farò con lo stesso entusiasmo”. Per Paolo Pelliccia è una sorta di “D day”, il giorno in cui lascia alla città e ai suoi amministratori un progetto che attende ora di avere gambe forti e veloci. Una eredità che è anche una sfida per coloro che verranno. “E noi ci saremo – assicura il presidente della Regione – anche perché questa volta ci sono anche i soldi”.

COMMENTA SU FACEBOOK

CONDIVIDI