Parte a Viterbo il recupero e la valorizzazione di tre torri civiche

di Donatella Agostini

Al via a Viterbo i lavori di intervento per il recupero e la valorizzazione di tre torri civiche, nell’ambito di un più generale e comprensivo sistema di recupero e di riqualificazione del centro storico. Ad illustrare in conferenza stampa le modalità di intervento sono intervenuti il sindaco Giovanni Maria Arena, l’assessore ai Lavori Pubblici e Centro Storico Laura Allegrini e l’architetto Massimo Gai, dirigente settore Lavori Pubblici di Viterbo. «Le tre torri, oltre ad essere state scelte per le loro particolari condizioni di instabilità che necessitavano un intervento immediato, sono collocate in tre punti strategici dove l’amministrazione ha rivolto il suo interesse, per la realizzazione di progetti di recupero delle aree limitrofe alla cinta muraria», ha affermato l’architetto Gai. La filosofia delle linee guida dell’amministrazione Arena infatti concentra energie e risorse sia nella sicurezza, sia nella riqualificazione del centro storico, e considera le mura cittadine vero e proprio filo conduttore della valorizzazione culturale della nostra città, al margine delle quali realizzare progetti di recupero di aree nevralgiche. «Riteniamo importantissima la valorizzazione del centro storico, come volano di sviluppo economico e culturale. L’intervento di recupero deve avere una visione dinamica, fruibilità forte e compatibilità con le esigenze del nostro territorio», ha esordito l’assessore Allegrini. Le torri oggetto di intervento saranno la torre pentagonale del Pilastro, la torre in via Raniero Capocci e quella in via delle Fortezze. «Con questo piano di recupero delle mura noi valorizziamo tre torri, ma tutto l’intero sistema delle torri viterbesi è di straordinario valore. Nella seconda metà del Seicento lo storico Domenico Bianchi le nomina ad una ad una con il proprio nome, elencandole 197. Queste torri descrivevano l’urbanistica ma anche la qualità sociale del territorio. C’erano torri che avevano esclusivamente valore militare e torri che erano abitate. Quando qualcuno si macchiava di qualche cosa, cominciavano a “capitozzare” la torre di sua proprietà: per il reato di tradimento, toglievano una fila di pietre, per l’assassinio toglievano cinque file di pietre. Le torri davano quindi esattamente il segno della qualità della persona che vi abitava. Ora purtroppo molte non esistono più, inglobate nelle case, ma abbiamo il dovere di riqualificare tutto ciò che è ancora visibile», ha proseguito l’assessore Allegrini. Per quanto riguarda gli obiettivi di più largo respiro, il settore dei Lavori Pubblici interverrà nella zona nevralgica di san Faustino, che merita valorizzazione e recupero. La torre del Pilastro è fondamentale nel progetto di recupero dell’intera zona: essa è contigua ad altre realtà significative, come ad esempio la chiesa di san Faustino con il suo giardino e il futuro polo museale delle Scuderie di Sallupara. Con il possibile inglobamento della caserma Giglioli e del polo del Genio Militare, si creerebbe un unicum. Il progetto prevede la possibilità di una fruizione congiunta della zona, da palazzo Grandori in piazza della Rocca fino a via Signorelli, in direzione della torre e di un antico lavatoio che sarà recuperato. C’è la possibilità di ripensare anche alla viabilità di via del Pilastro, che potrebbe essere pedonalizzata e autorizzata ai soli veicoli elettrici e ai mezzi pubblici, per riqualificare la zona che ospitava gli antichi orti dell’Albornoz. E poi c’è l’annoso problema della ripavimentazione di via Maria SS. Liberatrice e di piazza San Faustino. L’assessore Allegrini si ripropone di realizzare i lavori in tempo per festeggiare la Pentecoste del 2020, quando ricorreranno i 700 anni del miracolo. «Ci sono tutti i presupposti per inaugurare una nuova grande stagione in una zona delle più belle della città di Viterbo», ha aggiunto il sindaco Arena. «Il rifacimento di via Maria SS Liberatrice e di via Signorelli è ormai più che necessario. Stiamo valutando le varie opzioni, visto che la pavimentazione a sampietrino costa tantissimo, nell’ordine di 560 euro al mq. Non vorrei dire eresie, ma è giusto valutare anche altri tipi di pavimentazione, cercando di rispettare il più possibile il nucleo stilistico della città. L’importo previsto per i sampietrini in questa zona è di oltre ottocentomila euro. Con quella cifra, potremmo risistemare molte più strade. Vedremo come procedere». Per quanto riguarda i costi di intervento sulle tre torri, esso è l’ultimo stralcio di un progetto varato nel 2010, che andava a riqualificare le mura cittadine con recupero delle strutture di difesa lignee. Di quel progetto, finanziato dal Mibac e dalle casse comunali, rimangono trecentomila euro che saranno impiegati nel recupero delle tre torri.

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