La Via Francigena è il primo cammino, forse perché è quello che ha avuto la risonanza mediatica più alta, dopo il Cammino di Santiago.
Il suo tracciato è costellato di splendide città d’arte: la nostra Viterbo ne è un esempio, ma anche gli stupendi borghi, che se non si fosse attraversata la Francigena non si sarebbero mai scoperti. La Via Francigena è un vero spaccato della nostra Italia, ma anche della nostra Tuscia. La si può percorrere per tanti motivi, di fede, di crescita interiore, o anche semplicemente per curiosità e desiderio di conoscenza. O semplicemente per rallentare uno stile di vita troppo affannoso, il desiderio di stare lontano dai luoghi del turismo di massa, curiosità per questo nostro Paese.
A tutti, la Via restituisce qualcosa.
Ce lo ricorda Paolo Valotti, trentaquattrenne di Franciacorta in provincia di Brescia. Era l’anno 2016 quando attraverso il primo cammino da Brescia a Roma , procedendo tra vigneti, colline e pianura e ad alta quota, attraversando fiumi e città approdando in centri storici o in piccoli quartieri è catturato dalla bellezza e dai silenzi della Tuscia.
E’ un viaggio che segnerà la vita di Paolo. “La strada come metafora della nostra vita” citazione da In cammino, Anselm Grun. E di strada ne farà tanta senza pensarci troppo su e ripartendo subito per un altro viaggio verso l’India, concluso però in Iran. 7.000 km a piedi. In rientro ci sono ormai due punti fermi nella sua vita, l’incontro con Nina, (nome che in originale sarebbe Nino al maschile) la compagna georgiana con cui condivide il suo percorso e l’dea di dare alla propria vita un significato diverso.
Nel 2019 torna in Tuscia alla ricerca di una casa con terreno in cui poter fare accoglienza e condividere un cibo di produzione propria.
Insieme a Nina è attratto da quel rudere a 3 km da Vetralla proprio sulla via Francigena in corrispondenza con la tappa n.41.
Ci sono voluti tre anni di lavoro per dargli l’aspetto accogliente di oggi. L’idea è quella dell’Ostello ma di fatto tutto è coinciso con la pandemia e ancor oggi non è avvenuta la vera partenza.
“Nel 2021 sono passati circa un centinaio di persone che comunque abbiamo accolto come fossero nostri amici, abbiamo condiviso la stessa tavola lo stesso cibo essenziale, per noi l’unica parola d’ordine è Semplicità. -Nel nostro orto continua Paolo coltiviamo verdura di stagione, nel cortile ci sono le nostre gallinelle. La nostra piccola produzione ci riempie di gioia”.
Il nostro ostello speriamo che in questo anno 2022 possa entrare nella piena attività, lo abbiamo chiamato Lento e Contento , sintesi di una filosofia di vita che ben si sposa a quella del pellegrino.
‘Via Francigena. Road to Rome 2021. Start again!’, questo il nome dell’evento itinerante, che ha chiuso il lungo cammino alla (ri)scoperta di 5 nazioni all’insegna del turismo lento, nell’anno appena concluso tra luoghi, incontri, cultura e tradizioni per festeggiare i venti anni dell’associazione della via Francigena, i tanti pellegrini hanno percorso i 3.200 km che compongono la Via Francigena, da Canterbury a Santa Maria di Leuca a piedi e in bicicletta.
Che cosa resta a voi di questo evento?
La capacità di riunire il mondo in unico abbraccio, senza delineazione dei confini. Il significato vero dell’accoglienza.
E a conclusione di una piacevole conversazione Paolo afferma:
Il vero luogo sono io, siamo noi. Dal profondo nord da cui sono partito in cui si segnano le mie radici lo sguardo è ampio, a volte è vero c’è il richiamo forte degli affetti, i miei genitori che sono lontani ma la vita è un cammino.
Passo dopo passo ognuno percorre la sua strada.- Oggi con Nina siamo qui dove il Lento e contento ci vede nello spirito giusto per trarne tanto benessere. Di fronte a noi l’orizzonte è però ampio.