Orientamento: Istituto Tecnico Economico Paolo Savi: dal 1872 accompagna la crescita economica e l’evoluzione di Viterbo

di Donatella Agostini

Istituto Tecnico Economico Paolo Savi: una storia secolare che accompagna da vicino la crescita economica e l’evoluzione di Viterbo, da antica città dei Papi a moderno capoluogo di provincia proiettato nel Duemila. Il Paolo Savi ha il vanto di collocarsi tra i primi istituti scolastici del Regno d’Italia: nel 1872 già contava i primi 12 studenti, avviati a incarichi amministrativi negli uffici del neonato stato italiano. Una tempra storica e
tradizionale testimoniata visivamente dalle linee severe ed eleganti dell’edificio che ancora oggi lo ospita, in via Raniero Capocci. Il giudizio di merito su un’istituzione scolastica parte dalla sua storicità, e ripercorre il modo in cui essa è stata in grado di rimanere vitale e aperta alle molteplici innovazioni intervenute nel suo settore di elezione, ossia l’economia, il diritto e l’informatica, materie di per sé intimamente legate
all’evoluzione della sempre più complessa e articolata società in cui viviamo. Non più definibile riduttivamente “Ragioneria”, oggi l’Istituto Tecnico Economico Paolo Savi offre ai ragazzi delle terze medie una ricca scelta tra indirizzi specialistici variamente orientati, con un nucleo fondante che permea tutte le articolazioni: il concetto di impresa 2.0. Ne parliamo con i docenti A. Sacchi, Anna M. De Facendis, Anna M. Moneta e R. Femminelli, che ci illustrano innanzitutto le modalità attraverso le quali l’istituto che rappresentano ha inteso svolgere l’importante attività di orientamento.
«La nostra mission è quella di diffondere l’idea di impresa tra i ragazzi, e ci è sembrato utile utilizzarla anche per avvicinarli alla nostra scuola», esordisce la professoressa Sacchi, docente di economia aziendale e geopolitica.
«Da due anni organizziamo un concorso in base a un piccolo format che abbiamo predisposto, che si chiama proprio “Fare impresa”, con il quale coinvolgiamo i ragazzi delle terze medie. Li portiamo qui presso la nostra scuola e li invitiamo a ragionare sulla loro idea di impresa, da quale bisogno nasce, qual è l’idea che la illumina. Ci sono stati progetti veramente interessanti, e l’aspetto ludico della gara, che prevedeva anche un piccolo premio finale, li ha ancora di più stimolati. Abbiamo pensato che questo fosse il
modo migliore di fare orientamento, perché secondo noi il semplice parlare e andare in giro nelle scuole raccontando cosa facciamo non basta più. I ragazzi devono venire e capire in cosa consiste questo processo e perché da noi si studiano determinate materie, che non sono proprio quelle più comuni e diffuse nelle altre scuole». Vediamo allora quali sono le articolazioni dell’offerta formativa del Savi. All’ingresso i ragazzi
preselezionano due indirizzi: “Amministrazione, finanza e marketing” e “Turismo”. Frequentando il biennio, gli studenti determinano quali siano le loro reali attitudini, facendo la selezione vera al secondo anno, quando per il triennio possono scegliere tra quattro articolazioni: “Amministrazione, finanza e marketing”, “Sistemi informativi aziendali”, “Relazioni internazionali per il marketing” e “Turismo”.
«Chi ama l’informatica sceglierà ad esempio “Sistemi informativi”, in cui è previsto il monte ore più ricco e in cui apprenderanno i linguaggi di programmazione. Altrimenti possono scegliere “Amministrazione finanza e marketing”, nella quale le materie più importanti sono economia politica, diritto e economia aziendale. Per i ragazzi che amano le lingue sono a disposizione gli altri due indirizzi: “Relazioni internazionali per il marketing” e “Turismo”, in cui alla prima lingua inglese e alla seconda, presenti in tutte le articolazioni, si aggiunge il tedesco. Qui si preparano persone che vogliono operare in contesti specifici, come il settore turistico e quello delle aziende che operano nel mercato globale». L’offerta formativa è ulteriormente arricchita, come ci spiega la prof.ssa De Facendis, docente di diritto.
«Abbiamo voluto aggiungere competenze e certificazioni che, al pari di quelle linguistiche, i ragazzi possono spendere tempestivamente nel mondo del lavoro; fra tutte, una competenza che oggi è diventata indispensabile, quella di saper usare consapevolmente le nuove tecnologie nella sfera personale e delle imprese: pensiamo ad diritto alla privacy,
ai reati informatici. Le certificazioni nell’ambito ECDL sono erogate in inglese, e costringe i ragazzi ad usare il business english, il linguaggio economico internazionale».
«L’informatica è una materia presente in tutte le articolazioni, ovviamente con peso specifico differente e con obiettivi diversi», prosegue il prof. Femminelli, docente di informatica.
«Al biennio si fa l’alfabetizzazione informatica, per fornire una base comune e
principalmente operativa. Mentre le altre articolazioni triennali approfondiscono l’aspetto operativo, in “Sistemi informativi aziendali” informatica diventa materia portante del corso. I ragazzi imparano sia a ​progettare un sito web sia i programmi operativi, proponendo soluzioni ai bisogni che ha un’azienda in tema di trattazione dei dati». Ritorniamo al concetto di impresa, considerato sotto il profilo delle nuovetecnologie.
«La caratterizzazione vera e propria del corso è incentrata sulle web solutions. Quando si progetta una soluzione web, si parte dalla comunicazione digitale (italiano), si passa all’analisi dei dati (matematica), dal diritto per la web legality, dall’inglese come lingua universale sul web… Si abbracciano tutte le discipline». L’ITE Paolo Savi mette subito gli studenti in grado di affrontare il mondo del lavoro, o i percorsi universitari di Giurisprudenza, Scienze Politiche, Economia, Informatica.
«Soprattutto il mondo forense oggi opera con le nuove tecnologie: gli esperti informatici sono figure professionali richiestissime», aggiunge De Facendis. Competenze professionali che ci auguriamo rimangano nel nostro territorio per creare energia e lavoro.
«Il concetto di farsi imprenditori, su cui noi puntiamo, è più ampio di quello di fare
impresa. Essere imprenditori di se stessi significa essere capaci di creare una realtà professionale medio piccola, particolarmente adatta al nostro territorio, valorizzando le nostre specificità anche turistiche. È questo a cui tendiamo: dare ai ragazzi le competenze necessarie a creare ricchezza qui». Ma molti degli studenti provenienti dal Savi, che abbiano proseguito o meno nella carriera universitaria, sono migrati altrove.
«Sappiamo che molti lavorano a Milano, a Perugia… », conclude Sacchi. «Specialmente se i lavori sono molto qualificati vanno a lavorare fuori. E per il nostro territorio è veramente una grossa perdita di investimento umano e di risorse».
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