La malnutrizione infantile ha subito una “svolta storica”, ma non positiva. È quanto emerge dal nuovo allarmante rapporto dell’UNICEF, “Feeding Profit: How Food Environments are Failing Children”, che per la prima volta nella storia attesta un preoccupante sorpasso globale: i bambini e gli adolescenti obesi (9,4%) hanno superato quelli sottopeso (9,2%).
Il documento descrive un’emergenza sanitaria su scala mondiale che non riguarda più solo i Paesi ad alto reddito, ma è guidata dalla rapida diffusione di ambienti alimentari malsani e dal dominio dei cibi ultra-processati.
I numeri di una nuova malnutrizione
I dati del 2025 dipingono un quadro critico:
– 1 su 10 bambini e adolescenti (5-19 anni) vive con l’obesità, pari a circa 188 milioni di
giovani a rischio di malattie croniche.
– 1 su 5 (391 milioni) è in sovrappeso.
– Dall’anno 2000, i tassi di obesità in questa fascia d’età sono triplicati, evidenziando la
velocità con cui l’epidemia sta progredendo.
L’unico scenario in controtendenza rimane l’Africa subsahariana e l’Asia meridionale, dove il sottopeso è ancora prevalente.
La forza nascosta: cibi ultra-processati e marketing
L’UNICEF sottolinea che l’aumento dell’obesità non è primariamente dovuto a un “calo della
volontà” o a una “responsabilità genitoriale” isolata, ma è un problema sistemico guidato da forze commerciali che plasmano gli ambienti alimentari dei bambini.
L’assalto del junk food
La causa principale è la massiccia e onnipresente esposizione a cibi ultra-processati (UPF). Questi prodotti, ricchi di zuccheri, sale e grassi non salutari, hanno sostituito le diete tradizionali, diventando economici, convenienti e irresistibilmente appetibili grazie a un design industriale studiato per l’iperconsumo.
L’influenza digitale
Il marketing digitale amplifica l’emergenza. Un sondaggio globale condotto dall’UNICEF ha
mostrato che:
– Il 75% dei giovani ha visto pubblicità di snack, bevande zuccherate o fast food nella
settimana precedente.
– Il 60% ha ammesso che queste pubblicità hanno aumentato il desiderio di mangiare quei
prodotti.
Questo assalto mediatico plasma i gusti e normalizza diete malsane, anche in aree colpite da conflitti o povertà, dove l’esposizione al marketing resta sorprendentemente alta.
Indicazioni nutrizionali salutari: cosa consiglio alle famiglie
Poiché l’ambiente alimentare è il fattore determinante, le azioni in casa e nella comunità sono cruciali. Ecco alcune indicazioni nutrizionali pratiche e salutari che consiglio alle famiglie:
1. Dare priorità ai cibi “interi”
Frutta e verdura: assicurarsi che siano presenti in abbondanza a ogni pasto e come
spuntino. Scegliere varietà di stagione e colorate.
Cereali integrali: preferire pane, pasta, riso e cereali per la colazione integrali rispetto a
quelli raffinati.
Proteine magre: incoraggiare il consumo di legumi (fagioli, lenticchie, ceci), pesce, uova e
carni bianche.
2. Eliminare zuccheri aggiunti e bevande dolci
Acqua come prima scelta: eliminare soft drinks, succhi di frutta zuccherati e bevande
energetiche. L’acqua deve essere la bevanda principale.
Limitare i dolci: Riservare merendine, biscotti industriali e dolci a occasioni speciali,
evitando che diventino un’abitudine quotidiana. Controllare sempre le etichette per gli
zuccheri nascosti negli yogurt, salse e cereali.
3. Evitare i cibi ultra-processati (UPF)
Ridurre drasticamente il consumo di alimenti precotti, snack salati in busta, patatine fritte,
salumi e altri prodotti con liste di ingredienti lunghe e ricche di additivi.
Preparazione casalinga: quando possibile, preparare i pasti in casa. Questo permette di
controllare la quantità di sale, zucchero e grassi aggiunti.
4. Gestire gli spuntini e i pasti
Porzioni appropriate: servire porzioni adatte all’età del bambino, evitando di incoraggiare
a “finire tutto” se sono già sazi.
Spuntini nutrienti: proporre spuntini sani come frutta fresca, verdura cruda (carote,
cetrioli), yogurt bianco non zuccherato o una manciata di frutta secca (per i bambini più
grandi).
Pasti insieme: mangiare a tavola insieme, senza distrazioni (TV, cellulari), per insegnare la
consapevolezza alimentare e il valore della socialità.
Le raccomandazioni istituzionali: richiesta di azione
L’UNICEF esorta i governi a intraprendere azioni drastiche e mirate, che vadano oltre la semplice promozione dell’attività fisica, ritenuta insufficiente a compensare una dieta di scarsa qualità.
L’agenzia chiede:
1. Stop al junk food nelle scuole: vietare la fornitura e la vendita di cibi ultra-processati negli istituti scolastici.
2. Regolamentazione del marketing: introdurre divieti legalmente vincolanti sulla pubblicità
di prodotti non salutari rivolta ai bambini.
3. Misure economiche: implementare etichette nutrizionali chiare sul fronte della
confezione e valutare l’introduzione di tasse sui cibi malsani.
L’UNICEF conclude affermando che per garantire la salute e il futuro dei bambini è necessario un cambio di paradigma: trasformare gli ambienti in cui crescono, imparano e mangiano, rendendo il cibo sano e nutriente la scelta più facile e accessibile per tutti.
*La dottoressa Gemma Moscioni, Biologa Nutrizionista, laureata in Biologia cellulare e molecolare presso l’Università degli Studi della Tuscia (110 cum laude), successivamente perfezionata con Master Universitario di II livello in: “Nutrizione personalizzata, basi molecolari e genetiche”, presso la facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Roma Tor Vergata (110 cum laude). Ha sviluppato competenze riguardanti la Nutrizione personalizzata e la Nutrigenetica, focalizzandosi sul ruolo che gli alimenti hanno nell’espressione genica dell’individuo.
Attualmente lavora come Biologa Nutrizionista a Viterbo e provincia e affianca alla libera professione l’insegnamento dell’educazione alimentare. Si occupa di problemi del disturbo alimentare nell’adolescenza.
Studio: Viterbo – via Friuli, 18
Contatti: 329 536 6678
www.biologamoscioni.it
Pagina Fb: Dott.ssa Gemma Moscioni – Biologa Nutrizionista
Email: bionutrizione.moscioni@gmail.com























