Niente più padrino e madrina a battesimi e cresime: il vescovo Fumagalli cancella le figure

A partire dal prossimo 1 settembre andrà in vigore il decreto del vescovo Lino con il quale è sospeso ad experimentum per due anni il ruolo di padrino e madrina nei sacramenti del battesimo e della cresima.

I motivi sono bene espressi nel decreto e i parroci sono tenuti ad illustrarli ai fedeli “con onestà, fedeltà e chiarezza”.

E’ importante sottolineare che la decisione è maturata “dopo una riflessione e un confronto con il consiglio presbiterale e con il presbiterio”.

Il vescovo si augura che questo provvedimento offra “alle nostre comunità l’occasione per assumere pienamente la sfida di ridare a queste figure il ruolo” che da sempre la chiesa ha consegnato loro e che, purtroppo, oggi nella maggior parte dei casi, si è ridotto ad un adempimento formale.

Il decreto, che andrà in vigore dal settembre prossimo, era già stato promulgato l’1 novembre 2020 “per favorire un progressivo adeguamento alla nuova normativa”.

Diocesi di Viterbo

 

Il decreto del vescovo Fumagalli

Fa parte di una secolare tradizione della Chiesa che un padrino e/o una madrina accompagnino il battezzato e il cresimato perché gli siano di aiuto nel cammino di fede. Per questo si richiede che siano “credenti solidi, capaci e pronti a sostenere nel cammino della vita cristiana il neo-battezzato” (Ccc, 1255). «Il loro compito è una vera funzione ecclesiale» (ibid.).

Al riguardo, anche il codice di diritto canonico richiede che il padrino e/o la madrina «conduca una vita conforme alla fede e all’incarico che assume» (can. 874 §3) e che «si comporti come vero testimone di Cristo e adempia fedelmente gli obblighi inerenti allo stesso sacramento» (can. 892).

L’attuale mutato contesto socio-ecclesiale ci richiede, però, un coraggioso discernimento per verificare e, se necessario, ripensare tanti aspetti delle nostre prassi pastorali, perché ora non ci serve una “semplice amministrazione”, ma è necessario disporsi in un “stato permanente di missione” (cfr. EG 25).

Alla luce di questo, dopo una riflessione e un confronto con il consiglio presbiterale e con il presbiterio riunito in assemblea, si è ritenuto opportuno rivedere la prassi della presenza del padrino e della madrina nei sacramenti del Battesimo e della Confermazione.

Tenuto conto che:
– La loro scelta, nella maggior parte dei casi, è compiuta con finalità e motivazioni diverse da quelle richieste dal loro ruolo specifico e la loro presenza è spesso ridotta ad un adempimento formale, in cui la dimensione della fede non è tenuta in alcun conto;

– vanno aumentando i casi di impedimenti giuridici per il compimento del loro ufficio. E «tali situazioni, al di là delle disposizioni soggettive dei singoli, impediscono oggettivamente quella pienezza di testimonianza cristiana che il compito di padrino (madrina) esige» (Direttorio di pastorale familiare, n. 128);

– è crescente la sofferenza e il disagio dei parroci, non compresi e avversati di fronte all’impossibilità di accogliere la scelta di alcuni padrini e madrine, per i motivi sopra accennati;

– la presenza del padrino e/o della madrina non ha carattere tassativo, in quanto il codice di diritto canonico prescrive che «venga dato un padrino per quanto possibile» (can. 872);

Stabiliamo che il ruolo di padrino e di madrina nei sacramenti del Battesimo e della Cresima è sospeso ad experimentum per due anni a partire dall’1 settembre 2021. Da quella data, nel momento celebrativo ci si atterrà alle seguenti disposizioni:

– Battesimo: il(la) battezzando(a) verrà presentato(a) dalla “coppia battesimale” che ha curato la preparazione al sacramento o dai genitori stessi;
– Confermazione: il(la) cresimando(a) verrà presentato(a) dal catechista che ne ha curato la formazione.

Nel frattempo, per favorire un progressivo adeguamento alla nuova normativa diocesana, già dal 01 gennaio 2021 è lasciata libertà ai parroci di valutare la possibilità di sospendere gradualmente il ruolo di padrino e di madrina, cominciando ad esempio dall’omettere nel rito del battesimo ciò che li riguarda, e nel rito della cresima il compito di accompagnare il(la) cresimando(a) davanti al vescovo e di dire il suo nome al momento della crismazione; compito che può essere svolto dal (dalla) catechista mentre il padrino e la madrina restano al loro posto.

A tutti i presbiteri raccomando di illustrare ai fedeli con onesta, fedeltà e chiarezza le motivazioni che hanno determinato questa scelta.

La sospensione ad experimentum del ruolo del padrino e della madrina potrà sicuramente offrire alle nostre comunità l’occasione per assumere «pienamente la sfida di ridare a queste figure il ruolo che la tradizione della Chiesa le ha consegnato fin dal catecumenato antico» (cf. Cei, Incontriamo Gesù, n.70).

Lino Fumagalli
Vescovo di Viterbo

 

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