Nel ponte più antico di Roma quella lapide in ricordo dei Viterbesi

Nella foto è immortalato ponte Milvio dall’imbocco settentrionale.

Nel 1849 il ponte romano venne pesantemente danneggiato dalle truppe di Garibaldi, nel tentativo di bloccare l’invasione dei francesi. Nel 1849 i garibaldini, allo scopo di ritardare l’entrata a Roma delle truppe francesi, distrussero una parte dell’arco e la pavimentazione del ponte, come ricordato dalla lapide del 1931 murata dentro l’arco del torrione che recita così:

IL 13 MAGGIO 1849 UN MANIPOLO DI COMBATTENTI VITERBESI E ROMANI PER ORDINE DI GIUSEPPE GARIBALDI MINAVA QUESTO PONTE IL TEN. CONTE PACIFICO CAPRINI DIEDE FUOCO ALLA MICCIA RITARDANDO A ROMA L’OFFESA DELL’OCCUPAZIONE  STRANIERA – AUSPICE LA FEDERAZIONE NAZ. VOLONTARI GARIBALDINI XVII MAGGIO MCMXXXI“.

Le riparazioni furono subito eseguite dall’architetto Francesco Azzurri per incarico del governo pontificio.

La targa si trova a Ponte Milvio, nella parte compresa nel Quartiere della Vittoria a  ricordo di come quel 13 Maggio 1849 i Garibaldini di Roma e Viterbo abbiano minato il ponte per ritardare l’offensiva dei francesi contro la Repubblica Romana.
La targa è stata li  posta dalla Federazione Nazionale Volontari Garibaldini il 17 Maggio 1931 a ricordo del minamento di Ponte Milvio.

Acuni combattenti viterbesi sono sepolti e celebrati nel Sacrario Garibaldino del Gianicolo, dove si combattè aspramente per difendere la Repubblica Romana del 1849. Pagine eroiche e storiche, fondamento della nostra democrazia (perché la Costituzione del 1849 fu ispiratrice della nostra attuale Costituzione, per i princìpi che lì fuono espressi), ma che sono poco ricordate.

Nel 1850 venne effettuato un importante restauro sotto papa Pio IX, durante il quale venne collocata sul versante sud la statua dell’Immacolata, realizzata dallo scultore Domenico Pigiani, in posizione opposta alla preesistente statua di S. Giovanni Nepomiceno sulla testa del parapetto destro, realizzata da Agostino Cornacchini nel 1731

 

Orgogliosi di ritrovarci nella storia con i dovuti onori, sperando che l’Amore prevalga sempre su ogni forma di guerra e di violenza.(A.C.)

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