“Natale in casa Cupiello”, il “rito” della costruzione del presepe

Attendere il Natale rivedendo una delle commedie più celebri di Eduardo De Filippo: “Natale in casa Cupiello” del 1931. Il fulcro della trama, che offre una rappresentazione della famiglia nel contesto di profondi cambiamenti culturali, è il “rito” della costruzione del presepe. Nella vicenda il cuore buono e un po’ ingenuo di un padre resiste davanti a inganni, povertà, tradimenti e scorge luci che fanno sperare, nonostante l’oscurità della notte esistenziale. Sono quelle di un presepe allestito con vecchi libri e improbabili materiali di recupero. La domanda ricorrente, quasi come un tormentone, “Te piace ‘o presepio?”, esorta in fondo lo spettatore ad intraprendere una riflessione più profonda, a scrutare l’umanità in tutta la sua integralità. A comprendere che l’essenziale, seppur avvolto in tutto il suo mistero, alla fine ha il sopravvento su ogni disavventura umana.

Sono trascorsi  40 anni dalla morte, il 31 ottobre del 1984, di questo grande drammaturgo, figlio del celebre attore e commediografo Eduardo Scarpetta.Si può dire che  De Filippo  pur mantenendo una visione profondamente laica, la sua drammaturgia offra uno “sguardo religioso” sull’esistenza.

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