La comunicazione veicola la lingua, i gusti, la mentalità, i bisogni. In sintesi, la cultura di un paese. Massimo Giacci, viterbese doc, oggi sessantenne, cresciuto all’ombra del Teatro dell’Unione e della sua magnifica piazza, il crocevia tra l’abitazione/studio e l’attività paterna, il negozio di mobili ai piedi della Biblioteca degli Ardenti. Biblioteca che ritornerà perché la vita è fatta di corsi e ricorsi storici.
Il suo percorso da pubblicitario Massimo lo ha vissuto a cavallo degli anni ’90, nel momento in cui la pubblicità ha rappresentato uno spaccato del nostro paese. Le sue scelte creative e d’immagine sono sempre state selezionate per rispondere alle diverse esigenze in riferimento agli obiettivi dell’azienda. Ha curato campagne per clienti importanti.
La pubblicità, specchio e motore della società, intanto evolve per riflettere i cambiamenti culturali, sociali e tecnologici in cui il settore ha dimostrato un’enorme capacità di adattamento, ma arrivati agli anni duemila qualcosa si spezza. Sopraggiunge il Covid, allacciato a quel silenzio che lascia trapelare l’esigenza di ricomporsi ricercando in ciò che possa essere una leva per il cambiamento culturale e sociale, indirizzando creatività e attenzione su quei valori che sono i veri motori dell’impegno del Giacci di oggi, mirato a meglio approfondire le norme culturali, riconoscendone le diverse prospettive.
Ed è lo stesso Massimo Giacci a raccontarci come tutto questo si è declinato nella realtà…
“Era il 2023, una visita alla biblioteca di viale Trento alla ricerca di un testo che non riuscivo a trovare… Aprendo quella porta si è aperto un mondo, dentro di me, che ha sollecitato storia e sviluppi. Conoscevo il commissario straordinario Pelliccia dai tempi della sua carica di funzionario alla Provincia di Viterbo poi, per i casi della vita, di fatto ci eravamo persi di vista. La casualità ha voluto che lo ritrovassi in biblioteca, in uno spazio di incanto, diversissimo da quello anonimo che conoscevo ai tempi del liceo e dell’università. È iniziata una lunga chiacchierata fatta di ricordi, di informazioni che nella connessione dell’incontro hanno fatto sì che venissi poi scelto per entrare nel suo staff. È stato un po’ il classico trovarsi nel posto giusto al momento giusto con l’opportunità di rispondere a una specifica esigenza di rielaborare una comunicazione diretta e sistematica per questa cittadella della cultura viterbese”.
“Mi sono sempre immaginato il paradiso come una specie di biblioteca”, la frase è il claim della biblioteca. Per lei cosa rappresenta? Come si declina nella quotidianità?
La lettura, con la musica e l’arte, è da sempre il mio ethos. Leggo fin da quando ho ricordi, dunque per me la biblioteca è, di fatto, il paradiso. Poi con Paolo abbiamo una formazione simile, siamo cresciuti e condividiamo amori letterari e fascinazioni artistiche. Ritrovarlo e poter collaborare con lui è stato un regalo inaspettato.
Oggi è la figura di rilievo nello staff del commissario Pelliccia, occupandosi di creatività e di comunicazione dentro e fuori i social media, come è organizzato il suo lavoro?
Cerco sempre di instaurare un rapporto di stretta collaborazione con gli interlocutori. In questo caso la cosa è ancor più vera perché la collaborazione con Paolo richiede dedizione e contatto quotidiani, uno scambio continuo che di fatto non vede separazione tra lavoro e passione. Mi ha anche molto aiutato l’affetto e la calda accoglienza del personale che, nonostante la ristrettezza di organico, si spende con passione per rendere la Biblioteca il luogo inclusivo e accogliente che tutti conoscono: “la Biblioteca di tutte e di tutti“, come ci piace dire.
Una stagione che si è chiusa con numerosi eventi e ospiti di prestigio…
È stata una lunghissima, intensa stagione: la nostra rassegna La biblioteca incontra ci ha impegnati moltissimo dal punto di vista organizzativo. Dal 27 settembre dello scorso anno fino all’ultimo incontro del 27 giugno abbiamo avuto un totale di 46 eventi – attraversando letteratura, filosofia, scienza, arte e attualità – che, complessivamente, hanno coinvolto 64 importanti personalità della cultura italiana tra autori, curatori e moderatori.
Dal punto di vista della comunicazione abbiamo dovuto suddividere il programma realizzando tre differenti “libretti di sala”, per gestire al meglio la quantità di informazioni che ci interessava divulgare.
Abbiamo anche avviato una produzione editoriale sperimentale, in occasione di alcuni incontri speciali, realizzando piccoli volumetti tascabili per accompagnare le presentazioni.
La Biblioteca Consorziale di Viterbo, realtà considerata e apprezzata dappertutto, vede la città meno partecipe, come si spiega questa reazione?
In realtà, se per città intendiamo il pubblico che ci segue, dobbiamo constatare di avere ormai una comunità che ci sostiene e ci aiuta nelle nostre iniziative e che, di fatto, le rende possibili. Abbiamo poi rapporti consolidati con alcune Istituzioni, aziende e privati che sono dei veri propri mecenati e che hanno concretamente contribuito a rendere i locali della Biblioteca quelli che oggi tutti ci invidiano. È però vero che ci sono alcuni settori che restano estranei, quando non apertamente conflittuali, con la nostra realtà.
Proprio per cercare una maggiore apertura verso la città il 12 luglio scorso abbiamo organizzato la serata speciale con Antonio Moresco al Chiostro degli Agostiniani che ha richiesto un impegno straordinario. La magia della serata e del luogo hanno però ripagato ampiamente lo sforzo e la risposta del pubblico, presente in massa nonostante la concomitanza di altri eventi in città, ci ha restituito il segno di un affetto che ci spinge a proseguire nel nostro impegno.
Grandi eventi d’impatto culturale, lo spazio ludico per i bambini, la solidarietà, la stagione autunnale prosegue in questa direzione?
Non sappiamo ancora quali saranno i prossimi appuntamenti. Stiamo ragionando su un ventaglio di possibilità con la certezza però di ripensare la formula degli incontri. Vorremmo dedicare più attenzione e spazio ai giovani, con iniziative da tenersi nella magnifica cornice della rinnovata sala lettura per le future generazioni.
Stiamo inoltre pensando a un’ulteriore apertura verso la musica e il cinema. Di sicuro non mancheranno le sorprese.
Il rapporto con la natura, la cura dell’ambiente, la sostenibilità saranno i temi su cui la Biblioteca di Viterbo punterà la sua attenzione?
La sensibilità della Biblioteca per questi temi è prioritaria, sono stati affrontati spesso in modo trasversale e direttamente in sei incontri dedicati. Per sottolineare questo interesse, pochi giorni fa abbiamo installato una targa, all’ingresso della nuova sala ragazzi, che riporta l’art. 9 della nostra Costituzione – come modificato nel 2022 – per ricordare che lo sviluppo sostenibile e la giustizia intergenerazionale godono ormai di tutela costituzionale nel nostro ordinamento.
La sua presenza, il suo profilo ha suggellato un legame in coesione tra la Biblioteca e il suo pubblico, con l’aggiornamento costante delle informazioni, la presentazione degli eventi, la registrazione degli incontri disponibile su un proprio aggiornato canale YouTube, una fotografa dedicata. Quali risultato ne avete tratto?
La risposta del pubblico online è stata superiore alla mie iniziali aspettative, siamo cresciuti molto sui vari canali social e stiamo ottenendo importanti riscontri anche sui media tradizionali. Abbiamo avuto due importanti passaggi sul Tg2 nazionale e articoli su testate importanti.
Il rapporto più significativo resta però quello “reale” con gli utenti. In questo senso teniamo a preservare la comunicazione diretta con la nostra comunità attraverso la newsletter e il sito istituzionale.
La sfida maggiore, nei prossimi mesi, sarà proprio la totale riprogettazione del sito, ormai inevitabilmente legato a logiche superate, come è naturale per qualsiasi presenza web sviluppata prima dell’avvento dell’approccio mobile first.
La mente istrionica del commissario Pelliccia ha fatto centro e la grande partecipazione del pubblico lo conferma. Tanti illustri esponenti della cultura e dell’arte di fama mondiale, arrivano nella nostra città grazie alla Biblioteca. Un ostinato impegno sul progetto per la sede unica della Biblioteca. La sfida di Viterbo capitale della cultura 2033 diviene un sogno possibile?
Credo di essere stato il primo a proporre una simile “follia” nel lontano 2013. Non so quali siano al momento le reali prospettive di riuscita di questa sfida. C’è ancora del tempo ma il lavoro da fare è immane e mi sembra che al momento siamo ancora ben lontani dal renderla plausibile. Se si vuole fare sul serio, penso però che la Biblioteca non possa essere tenuta lontana dall’organizzazione. In altre realtà, nazionali ed europee, l’Istituzione biblioteca è stata il motore e la capofila dell’iniziativa.
E mentre la morsa dell’estate si fa serrata c’è la messa a punto degli ultimi dettagli. Pronto per le ferie?
Per una serie di motivi, personali e familiari, le ferie restano un ricordo lontano…Quest’anno, pur con i giusti rallentamenti, l’estate continuerà vedendomi impegnato su vari fronti per preparare e mettere a punto i prossimi appuntamenti e iniziative, per essere pronti a un’avvincente programmazione autunnale.

























