Martina Grassia, cestista, aspirante criminologa

di Alfredo Boldorini

 E’ stata una delle protagoniste della vittoria (70-44) nell’ultimo turno di serie B femminile (Lazio). Con i suoi 15 punti e 11 rimbalzi. Martina Grassia, classe 2001, ala grande, cresciuta nel vivaio della GEAS di Sesto San Giovanni (MI)  dal 2020 è in forza all’Ants Basket femminile.
 
Partiamo dalla vittoria di domenica scorsa contro Frascati: che partita è stata?

Domenica siamo partite non tanto bene, poi però ci siamo riprese e abbiamo iniziato a giocare di squadra. Infatti il risultato si è visto.

Vittoria tra l’altro che segue quella di sette giorni prima contro Elite Roma: dopo un avvio di campionato stentato vi state sbloccando?
Non mi sento di dire che ci stiamo sbloccando per una questione di scaramanzia ma sicuramente la speranza è quella. Il nostro inizio di campionato non è stato certo dei migliori, ma visti i risultati delle prime partite abbiamo fatto una riunione molto costruttiva che ha portato ad un punto di svolta. Stiamo lavorando tanto per migliorare i punti di forza della squadra e farli uscire il più possibile. Sicuramente queste due vittorie sono un ottimo inizio per cercare di continuare questo campionato al meglio.
Descrivici coach Scaramuccia.
Carlo Scaramuccia è sicuramente un coach d’esperienza e questo è fondamentale per la nostra squadra soprattutto vista la nostra giovane età, ha molta fiducia in noi, ci fa lavorare duro.
Qual’è la compagna di squadra con cui hai maggiormente legato?
La compagna di squadra con cui ho legato di più è Lucia Venanzi, ma devo dire che siamo comunque tutte abbastanza unite.
Quando hai iniziato a giocare a basket?
Ho iniziato a giocare a basket a 5 anni
Perchè?
Vedevo mia sorella (Valentina cresciuta anch’essa nella GEAS, da tre anni al Carugate in A2, NDR) che giocava e stravedendo per lei dovevo assolutamente imitarla, poi mi ci sono appassionata e non ho più smesso.
Perché hai scelto l’Ants?
Ho scelto le Ants perchè ho sentito parlare bene di questa società e devo dire che le voci sono state tutte veritiere.
Cosa fai quando sei fuori dal PalaMalè?
Quando sono fuori dal Palamalè studio all’Università della Tuscia, infatti il motivo per cui mi sono trasferita a Viterbo è stato principalmente per un discorso di università ma ovviamente non volevo rinunciare alla possibilità di continuare con la mia passione.
Cosa ti piace della città?
Non so cosa mi piaccia di  Viterbo penso di non conoscere ancora molto bene questa città (anche a causa della pandemia, che ci ha costrette gran parte del tempo a restare in casa).
Come ti vedi da grande?
Mi piacerebbe continuare gli studi sempre nell’ambito di criminologia e magari volare in America dove la materia ha un peso maggiore che in Italia.
COMMENTA SU FACEBOOK

CONDIVIDI