Marta Quaglia tra le migliori promesse del fumetto

In occasione del primo de “Gli incontri con l’autore”, ci siamo recati presso la Fumetteria CartaViva per scambiare due chiacchiere con Marta Quaglia, giovane promessa del panorama fumettistico italiano, al suo esordio con l’albo “SettePassi” edito da Shockdom.
Nonostante sia romana di nascita, Marta ha sempre vissuto a Velletri, una città che viene da lei stessa definita come una sorta di “Silent Hill italiana”, molto spesso piovosa e avvolta dalla nebbia. I suoi studi, tuttavia, l’hanno portata fino a Bologna, dove ha potuto completare il suo percorso di formazione presso l’Accademia delle Belle Arti.
“Cominciai a disegnare fin da piccolissima, ma i primi veri ricordi di questa mia passione li collego a quando avevo 10-11 anni; già alle medie sapevo che la mia strada sarebbe stata quella di diventare una fumettista”. Raccontandoci questo, Marta ci permette di capire come il disegno fumettistico sia stato per lei un obiettivo ben chiaro fin dall’inizio, cosa che l’ha portata a impegnarsi profondamente per riuscire a emergere e farsi notare. “Anche se alcuni assimilano la mia tecnica a quella manga, il mio stile è diverso, dall’impaginazione fino alla scrittura”, e a dimostrarlo vi è “SettePassi”, la sua prima pubblicazione, realizzata con l’autore di testi Enrico “Nebbioso” Martini, che i fan potranno incontrare al Treviso Comix il 29-30 settembre in compagnia della stessa Marta Quaglia.
“Sono felice di aver realizzato la mia prima opera proprio con Shockdom. È un editore in forte crescita, che mi ha sempre attratta per le sue realizzazioni”. Spiegandoci il suo primo contatto con la casa editrice, Marta ci spiega come a oggi il lavoro del fumettista possa godere di alcuni vantaggi, come quello di non doversi necessariamente spostare sempre fisicamente: “Questo ragionamento non vale ovviamente per chi ricopre altri ruoli, come quello del character designer. In quel caso, il trasferimento è sempre dietro l’angolo”.
Realizzare un fumetto, continua a raccontarti l’autrice, è un lavoro appagante ma impegnativo: “Nelle fasi di ultimazione di SettePassi ammetto di aver probabilmente stressato Enrico! Lui, però, non è mai stato pressante… abbiamo lavorato davvero bene insieme. Tra disegnatore e sceneggiatore non è sempre facile trovarsi d’accordo, lo scontro è inevitabile, ma l’importante è capirsi e raggiungere l’obiettivo, come è capitato a noi”.
Dare vita ai protagonisti della storia e una forma alla complessa vicenda che Enrico Martini ha deciso di raccontare nell’albo, non è stato ovviamente semplice. Marta, tuttavia, ci confida di essere estremamente soddisfatta: “Posso dire di sentire davvero miei i personaggi di SettePassi. Enrico li ha modellati anche per assecondare le mie idee e alcuni di loro ci ritraggono perfettamente! Tra i miei preferiti c’è Seth, un ragazzo che è convinto di essere un vampiro nosferatu, mentre il protagonista, Victor, è sicuramente il più gradito dalle mie lettrici… lo considerano davvero un figo! Per realizzarlo mi sono ispirata a Syd Barret, voce dei Pink Floyd, e l’effetto del cantante ‘bello e dannato’ mi ha molto soddisfatta”.
Come ci viene poi fatto capire, l’influenza della cultura Rock e degli anni ’70-’80 è molto evidente in Marta. Nonostante la sua classe sia quella del ’92, la sua passione affonda le radici in quel periodo. Tra i suoi modelli troviamo infatti Gō Nagai (Mazinga Z, Devilman) e Leiji Matsumoto con il suo Capitan Harlock, personaggio che aveva conquistato letteralmente il cuore di Marta. In ogni caso, come l’autrice stessa ci tiene a sottolineare, il suo pallino è da sempre stato quello di realizzare delle storie tutte sue: “Fin da piccola era il mio chiodo fisso, realizzare le mie storie e le mie idee. L’unico vero sogno era quello di andare a lavorare per Cartoon Network… sogno che è ancora vivissimo!”.
Tra le altri passioni, ritornando a quella già accennata per l’horror, Marta ci confida di essere stata attratta dai racconti gotici fin dalla tenera età, soprattutto quelli di Edgar Allan Poe e di Lovecraft: “Mi sono piaciuti sempre entrambi, e insieme sarebbero perfetti per realizzare una storia. L’importante, secondo me, è che l’autore personalizzi la sua opera ispirandosi, senza copiare integralmente, facendo trasparire la propria chiave di lettura”.
Prima di salutarci, l’autrice ospite a CartaViva ci ricorda che potremo rivederla anche al Romics, atteso per per il 4-7 ottobre a Roma e, ovviamente, al Lucca Comics dal 31 al 4 novembre, presso lo stand della Shockdom.

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