Ma Rainey’s Black Bottom di George C. Wolfe, una potente critica che sa di blues

di Nicole Chiassarini

Ma Rainey’s Black Bottom è un film di George C. Wolfe, disponibile dal 18 dicembre su Netflix. Tratto da una pièce teatrale scritta da August Wilson, la pellicola racconta il dramma di un popolo intero, le condizioni e l’identità degli afroamericani nel XX secolo.

Una band blues viene chiamata dal produttore e dall’agente della famosa cantante Ma Rainey (Viola Davis) per incidere il primo disco dell’artista. La donna, diva prepotente, si accompagna al nipote balbuziente e a una giovane flapper.
Tra gli artisti della band spicca il giovane e dinoccolato trombettista Levee (Chadwick Boseman), un talentuoso che aspira a dar vita alla propria band con un suono più fresco e giovanile.
Le prove vanno per le lunghe, agitando gli animi e lasciando trasparire lentamente le personalità di ognuno, rese spigolose da una vita di rinunce e vessazioni da parte dei bianchi, nonostante la fuga dal sud verso la promessa di una vita migliore. La rabbia, espressa inizialmente solo attraverso la musica, inizia a farsi strada tra i membri del gruppo fino a oltrepassare il limite.
Il film ha un inizio un po’ lento, complice la fedeltà del regista nei confronti dell’opera teatrale, ma pian piano si percepisce un intenso crescendo di tensione e rabbia, fino ad esplodere tra i suoi protagonisti. Chiusi nelle quattro mura di uno studio di registrazione che diventa palcoscenico che mette in mostra la recitazione impeccabile del cast.

Infatti a rendere questo film assolutamente consigliato sono proprio gli attori protagonisti. Viola Davis è una Ma Rainey travolgente, vulcanica, una diva della musica blues degli anni Venti e un’icona nella cultura black. Un’artista vittima di un business che il blues non lo sa ascoltare. Infatti “i bianchi non capiscono il blues”, non conoscono il messaggio dietro quelle note, è solo musica sulla quale guadagnare.

Poi il compianto Chadwick Boseman, nel suo ultimo ruolo e in una delle sue migliori interpretazioni. Il suo Levee è un giovane apparentemente allegro e spensierato, ma che nasconde un passato orribile, pieno di traumi, e una personalità turbata.

Com’è ormai noto, la musica è un mezzo potentissimo, espressivo, capace di raccontare la storia di migliaia di persone con anche poche note. E così il blues rappresenta la musica di chi una voce non ce l’ha, ma che ha davvero tanto da dire, urlare.

Ma Rainey’s Black Bottom è una travolgente trasposizione dell’opera teatrale di Wilson che riesce a mostrare la fragilità di anime profondamente ferite attraverso uno scambio di dialoghi a ritmo di blues. Aumentando di velocità assieme ad una crescente tensione.

Ci sono tante interpretazioni da poter dare a Ma Rainey’s Black Bottom di George C. Wolfe, ma resta il fatto che si tratti di una pellicola estremamente valida e diretta con profonda delicatezza. I dialoghi riescono a fare breccia nel profondo, scoprendo una parte tanto intima quanto fragile di una popolazione che per troppo tempo non ha fatto altro che subire.

Così, per tutto il tempo, possiamo sentire un malinconico e rabbioso pezzo blues che riesce a raccontarci una storia intensa e impetuosa.

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