Le vesti di Lucrezia Borgia tra Rocche e Corti

In occasione del Palio dei Borgia a Nepi (Vt), sabato 1 giugno, la storica del costume Elisabetta Gnignera specialista del Rinascimento Italiano, è stata invitata a tenere una conferenza sulle vesti e il lusso di Lucrezia Borgia con uno speciale focus sul periodo ‘romano e nepesino’ della nobildonna figlia di Alessandro VI Borgia e sorella del temibile Cesare.
Autrice della monografia “I Soperchi ornamenti, Copricapi e acconciature femminili nell’Italia del Quattrocento” (Siena, 2010) Elisabetta Gnignera ha all’ attivo numerosi saggi vestimentari pubblicati in riviste e cataloghi d’Arte e conferenze tematiche sull’ abbigliamento italiano del Medioevo e Rinascimento.
Nel corso di una collaborazione pluriennale con l’Ingegnere francese Pascal Cotte, inventore della tecnologia multispettrale L.A.M. (Layer Amplification. Method) in grado di scansionare e restituire, attraverso appositi calcoli, immagini di eventuali preesistenze e rifacimenti presenti all’ interno degli strati pittorici dei dipinti, Elisabetta Gnignera, ha studiato le implicazioni vestimentarie delle scoperte di Pascal Cotte come emerse dalla scansione dei celeberrimi dipinti de La Dama con l’ermellino e La Gioconda di Leonardo da Vinci, ricostruendo le vesti raffigurate nel preesistente ritratto di giovane donna restituito dall’ Ingegnere francese Pascal Cotte sotto la superficie pittorica della Gioconda conservata al Louvre.
Grazie alla sua pluriennale specializzazione, attraverso una rigorosa analisi della documentazione e iconografia disponibili, la specialista illustrerà in dettaglio le caratteristiche e l’ evoluzione della eleganza di Lucrezia che può essere considerata una sorta di ‘fashion influencer’ del tempo, introducendo nelle corti dell’ Italia centro-settentrionale la moda filo-spagnola dei colori scuri sia per le vesti che per gli arredi.
Di questo legame preferenziale con la patria di origine della famiglia dei Borgia, parlano anche le poche lettere superstiti inviate dalla Rocca di Nepi ossia ‘ex arce nepesina’ dalla ‘infelicissima principessa de Salerno’ quale si firmava al tempo la Borgia, nell’ ottobre 1500. Vedova dell’ amatissimo secondo marito Alfonso, Principe di Salerno e Duca di Bisceglie, figlio naturale del re di Napoli Alfonso II, Lucrezia venne inviata a Nepi con il piccolo figlioletto Rodrigo, per far decantare l’immenso dolore conseguito all’ assassinio dell’ amatissimo consorte.
Dopo poco sarà promessa sposa ad un altro Alfonso, figlio di Ercole I d’Este e convolerà a nozze a Ferrara dove farà il suo ingresso il 2 febbraio del 1502 . A Ferrara Lucrezia sarà amata e rispettata per la sua grande umanità e qui si spense il 24 giugno 1519 a causa di una infezione occorsa durante il parto dell’ ultima figlia Isabella Maria.
Attraverso la descrizione delle sontuose vesti e gioielli descritti nei due inventari superstiti, ma anche citando le cronache dei contemporanei, Elisabetta Gnignera ci accompagnerà in un viaggio storicamente rigoroso, per comprendere meglio la personalità di questa donna di cui ricorre quest’anno il cinquecentenario della morte, e nella cui parabola personale e politica, Nepi entra a buon diritto marcando il confine tra il periodo cosiddetto ‘romano’ e l’ingresso nella civiltà delle corti umanistiche settentrionali di Ferrara ma anche Mantova e Urbino, per via dei legami dinastici intrapresi, quando la nobildonna si allontanerà in parte, raggiungendo una sorta di agognato sollievo, dalle brame e dagli intrighi della sua potente famiglia.

In foto: ANONIMO ARTISTA MANTOVANO ( legato a GIAN CRISTOFORO ROMANO) Lucrezia Borgia, moglie di Alfonso d’Este , 1502. Bronzo. Washington, National Gallery of Art.

 

Elisabetta Gnignera – Specialist in History of Dress and Hairstyles ( XIII-XVII centuries)
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