Le metamorfosi di Ovidio con il laboratorio di teatro integrato

Storie straordinarie di uomini, dei, piante e animali che mutano forma e natura diventando affreschi senza tempo.

Con il poema epico “Le Metamorfosi” di Ovidio venerdì 10, alle 21,30, e sabato 11 giugno, alle 19, va in scena lo spettacolo finale del laboratorio di teatro integrato 2015/2016 al Mat di via del Ganfione a Viterbo.

Il laboratorio è un’iniziativa attiva da anni presso i locali del complesso San Carluccio, messi a disposizione dal Comune di Viterbo. È realizzato dall’associazione Amici di Galiana, con la partecipazione della unità operativa Disabili adulti della Asl e con la collaborazione della cooperativa sociale Gli anni in tasca e della compagnia Tetraedro.

Sul palco del Mat saliranno 16 attori e due narratori. Di questi 9 sono utenti dell’unità Disabili adulti e 7 sono operatori e liberi partecipanti, nel rispetto dello spirito di integrazione proprio del laboratorio. La regia dello spettacolo, che vede la partecipazione di Silvia Giorgi e di Franco Heera Carola, è curata da Francesco Cerra.

“Le Metamorfosi – spiega Cerra – descrivono circa 250 miti greci uniti tra loro dal tema della trasformazione. Attraverso l’opera, ultimata poco prima dell’esilio dell’8 d.C., Ovidio traccia la storia del cosmo. Dopo il brevissimo proemio inizia la narrazione della nascita del mondo dall’informe caos originario e della creazione dell’uomo, degli dèi e semidei, delle loro passioni e dei loro capricci. Tutte le grandi civiltà umane sono ricche di miti, storie a metà strada tra la realtà e la leggenda, racconti ricchi di avventure ed eroi che sono diventati parte dell’immaginario collettivo. I miti ci spiegano perché il mondo esistente abbia assunto la forma che ha oggi, e ci affascinano con la loro capacità di animare ogni forma di vita: piante, animali, stelle, persino le montagne e le pietre”.

Nello spettacolo, tutti gli episodi trattati hanno come origine una delle cinque grandi forze motrici del mondo antico: amore, ira, invidia, paura e sete di conoscenza. Non esistono azioni, né di dei né di uomini, non riconducibili a questi motori invisibili.

“La narrazione – conclude Francesco Cerra – ci accompagna in un’avventura tra alcuni dei più importanti miti della nostra cultura, mentre i testi sono stati riadattati dagli attori durante il loro percorso. Il tema della trasformazione e il tema dell’amore sono stati ripresi e riproposti nel corso della storia da vari autori, scultori e pittori. La strabiliante attualità delle tematiche trattate da Ovidio lo identificano, ora più che mai, come fonte inesauribile di ispirazione e di insegnamento”.

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