Le Maioliche Medievali del butto di Celleno a Palazzo Brugiotti per riscoprire l’arte del territorio

di Nicole Chiassarini

Presentata mercoledì 15 maggio, presso Palazzo Brugiotti della Fondazione Carivit, la mostra dedicata all’arte della maiolica dal titolo “Le Maioliche medievali dal butto di Celleno Vecchio. Riscoperta di una tradizione antica”, organizzata nell’ambito dell’iniziativa “Buongiorno Ceramica”, in cui verranno esposte per la prima volta al pubblico 40 preziosi reperti ceramici di età tardo medievale, frutto del recupero e dello studio da parte di specialisti dell’Università della Tuscia. Alla conferenza per presentare l’evento temporaneo che si terrà a partire dal 18 maggio fino al 16 giugno al museo della ceramica della Tuscia, sono intervenuti il Presidente della Fondazione Carivit, Marco Lazzari e Giuseppe Romagnoli dell’Università degli Studi della Tuscia.

Situato nel cuore del centro storico di Viterbo, all’interno della sede della Fondazione Carivit a pochi passi dalla Piazza del Plebiscito, il Museo della Ceramica della Tuscia di Palazzo Brugiotti potrà ospitare per circa un mese un’esposizione temporanea di oggetti ceramici in maiolica, in particolare un tipo di produzione di ceramica caratterizzato da un rivestimento vetrificato stannifero sul quale sono dipinti decori a motivi geometrici, fitomorfi, raffigurazioni zoomorfe e antropomorfe, emblemi araldici e simboli sacri, rinvenuti nel 1975 in un “pozzo da butto” di un’abitazione signorile nella Celleno Vecchia. Il nucleo recuperato nella sua interezza e catalogato dagli specialisti dell’Università della Tuscia è costituito da circa 8.000 frammenti di maiolica arcaica. “I quaranta pezzi esposti e restaurati grazie al contributo del comune di Celleno – è intervenuto Romagnoli, dell’Università della Tuscia –, illustrano la ricchezza delle ceramiche da mensa prodotte alla fine del medioevo, rappresentando al tempo stesso un’importante espressione dello status sociale dei proprietari, probabilmente appartenenti all’aristocrazia legata ai Signori della vecchia Celleno”.

L’evento espositivo accolto e organizzato dalla Fondazione Carivit si svolge nell’ambito della quinta edizione ella manifestazione “Buongiorno Ceramica: la festa diffusa della ceramica italiana” che raccoglie 34 centri italiani di antica tradizione ceramica tra i quali, dall’anno scorso, figura anche la città di Viterbo. “Questo insieme di maioliche sono state recuperate, restaurate e oggi per la prima volta vengono mostrate al pubblico all’interno del nostro museo – ha dichiarato il presidente della Fondazione Carivit. In proposito ringrazio il Comune di Viterbo, l’Università degli studi della Tuscia che ci ha dato questa opportunità, il professor Romagnoli per la sua assistenza artistica per quanto riguarda la gestione dell’esposizione, la soprintendenza, il Comune di Celleno e ovviamente la struttura della Fondazione che si è prestata sotto ogni aspetto in ogni modo possibile per l’organizzazione dell’evento. Vedrete poi che tutto questo si svelerà il 18 quando poi ci sarà l’inaugurazione della mostra, accompagnata da tanti interventi”. Infatti, sabato alle ore 18, al museo della ceramica di Palazzo Brugiotti, l’inaugurazione della mostra assieme al sindaco di Celleno Marco Bianchi, l’assessore alla cultura di Viterbo Marco De Carolis, Maria Letizia Arancio della Soprintendenza, e il ceramologo Romualdo Luzi. Per l’occasione il Palazzo sede della Fondazione Carivit resterà aperto anche dalle ore 21 alle 23. Previsto anche un convegno verso la fine della mostra a giugno in cui verranno presentati vari aspetti più specifici riguardanti l’utilizzo e la specificità delle maioliche mostrate.

Un viaggio alla scoperta dell’antica arte della maiolica, un’immersione nella storia della ceramica in mezzo a reperti preziosi. Un’antica tradizione che torna a risplendere e che si mostrerà per la prima volta a partire da questo sabato 18 maggio dalle ore 18, un evento imperdibile per chiunque volesse approfittare e perdersi nelle bellezze storiche e artistiche che la Tuscia continua ad offrire.

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