Le Fantastiche visioni di Aldo Pennello al Complesso di S. Agnese a Vitorchiano

di Alessandro Scannella*

Come in tutte le mie avventure artistiche, è il fato a essere sempre il protagonista  assoluto.
Così, un giorno, per caso, conobbi Rita e Giuseppe, nella mia bottega, e mi invitarono poi a casa loro per un caffè per continuare il nostro colloquio sull’arte.
Mi fecero entrare nel loro vetusto casale in quel di Vitorchiano, e, tra una parola e un’altra che ci scambiammo, cominciai a guardare interessato i vari oggetti che apparivano dalla penombra, intravedevo delle cose interessanti, rimanendone sempre più estasiato, notai poi, un dipinto poggiato al muro, e chiesi con avida curiosità: “Chi ha dipinto questo quadro?” Rita rispose: “È uno dei tanti quadri di mio zio, scomparso da poco, ha lasciato molte sue creazioni, ma non amava esporle più di tanto”.
“Capisco – dissi io e continuai – Come si chiamava tuo zio?” Riprese: “Mio zio si chiamava Aldo Pennello, un personaggio unico, un vero artista eclettico, multiforme, poteva passare dall’arte della poesia, alla prosa, componeva persino filastrocche, poi  sculture, dipinti, lavori di sartoria, insomma, un personaggio variegato, eccentrico, amato da tutta Viterbo.
La sua era una mente libera, libera di volare con la fantasia, ma era anche un uomo di cultura profonda, grande conoscitore del mondo, viaggiava molto, sempre rapito dalla voglia di conoscere, di sapere…”.
Mi colpì molto questa figura di uomo, un personaggio stravagante e al contempo riservato, protetto dal suo complesso mondo interiore.
Continuò a raccontarmi: “Quando camminava tra i vicoli antichi di Viterbo non notarlo era impossibile, i suoi abiti colorati, vividi, impeccabili, un gusto che dava risalto alla sua grande personalità”. Mentre Rita raccontava, intravedevo delle fotografie che mi suscitarono grande emozione, guardavo quegli occhi ricolmi di purezza, un‘anima limpida, genuina, intanto riflettevo tra me e me…
Più continuava a descriverlo, supportato anche dalle tante fotografie, più lo sentivo vicino, d’impulso dissi a Rita: “So cosa devo fare, ridare vita alle sue opere che lui tanto pudicamente conservava”. Dove mai si potrebbe allestire questo evento? La risposta dentro di me crebbe con forza. A Vitorchiano, nel borgo sospeso, come la mente di Aldo Pennello sospesa tra realtà e fantasia, come le sue radici, come il suo atavico pensiero, che conservava un qualcosa di antico ma anche precursore del tempo, ancora da vivere nella nostra attuale società.
Un connubio perfetto pensai… Aldo padre di Viterbo e madre di Vitorchiano, quindi quale migliore cornice se non lo splendido complesso di Sant’Agnese, per rappresentare questo artista poliedrico?
L’esposizione darà vita alla magia della sua Arte, dall’8 dicembre al 6 gennaio, un tributo a un artista visionario, che non ho avuto purtroppo il piacere di conoscere ma che ho avuto l’ardire di rappresentare in una mia opera (nella foto), cercando di imprimere nella tela la purezza del suo sguardo.
Avrò l’onore di farlo conoscere, attraverso le sue molteplici opere.
Sarà un tributo a un maestro, e un tributo a quella Viterbo antica, che rimane nei ricordi del passato ma che guardando attentamente tra i suoi vicoli suggestivi, riluce tutta nel suo splendore. Un artista unico.
La Mostra
8 dicembre 6 gennaio
Vernissage ore 18.00
Complesso S. Agnese
Vitorchiano
Un ringraziamento al Comune di Vitorchiano ,al sindaco Ruggero Grassotti, all’assessore alla cultura Giampaolo Arieti, alla famiglia Pennello per aver reso possibile la realizzazione di questa importante Mostra.
*Alessandro Scannella, artista e curatore della mostra.
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