L’artista viterbese Francesco Maria Capotosti: “Sogno un monumento all’identità cittadina”

“L’idea è quella di donare il monumento alla città”.Le parole sono quelle dello scultore viterbese Francesco Maria Capotosti, un cognome che è testimonianza  viterbese nell’arte orafa,  e il passaggio per Francesco Maria Capotosti  dallarte orafa alla scultura è stato un processo naturale.
“L’idea di oggi nasce dall’immaginare un Facchino nell’atto di trasportare la Macchina di Santa Rosa evidenziando così tutti quegli aspetti e valori che rappresentano la nostra Comunità verso la nostra amata Santa:
devozione, carattere, forza, resilienza, identità e storia dell’ antica tradizione Viterbese.
L’opera nasce come tributo “all’uomo Facchino” ma rappresenta al contempo tutti i Viterbesi che sentono propria questa festa.
Il 3 settembre tutta la nostra Comunità si unisce in un unico “SEMO TUTTI DEN SENTIMENTO”.
La scultura, realizzata in bronzo a grandezza naturale, potrebbe trovare collocazione nel centro storico della città medioevale, diventando così un classico esempio di “arte di strada”, veicolo di conoscenza e aspetto rappresentativo della nostra identità storico/religiosa.
L’idea è quella di donare il monumento alla città.
“Per ora  scrive l’artista sul suo profilo social,rimane solo un’ipotesi, un’idea, un sogno e mi auguro che in un prossimo futuro si possa trovare una sinergia di intenti tra imprenditori ed enti per la realizzazione.-Questo è il mio piccolo contributo, il mio dono alla mia amata città che nonostante tutto, ed oltre tutto, è la “mia casa”.
Una idea su cui senz’altro si deve riflettere che deve arrivare dritta al cuore di autorità e mecenati, o semplicemente a uno sponsor importante che guarda all nostra città con un interesse anche economico. L’idea lanciata da Capotosti sommessamente è aperta, chi si farà avanti?
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