L’antico dipinto di Santa Rosa recuperato torna alla collettività

Era stato trafugato dalla collezione del monastero un decina di anni oro sono, è stato finalmente restituito alla popolazione il dipinto seicentesco rappresentante la nostra santa Rosa..
Prima di tornare nella sua originaria dimora al monastero delle clarisse ed essere esposto permanentemente nella basilica di santa Rosa, resterà alcuni giorni a Palazzo dei Priori, nella sala delle Bandiere.
E’ un dipinto seicentesco di pregevole fattura, raffigurante santa Rosa in abiti monacali, di autore ignoto, sparito dalla vasta collezione del monastero delle clarisse.
Il recupero è avvenuto grazie all’operazione condotta dal procuratore capo della Repubblica Alberto Pazienti e dall’Ispettore della Polizia di Stato Felice Orlandini.
Il quadro, restaurato dal Centro di restauro della Provincia di Viterbo, è stato presentato ieri mattina nel corso di una conferenza stampa a Palazzo dei Priori.
Conferenza in cui sono intervenuti,il prefetto Rita Piermatti. il questore Lorenzo Suraci, il presidente del sodalizio dei facchini Massimo Mecarini,gli assessori Antonio Delli Iaconi e Giacomo Barelli.
Il sindaco Michelini ha elogiato e ringraziato il procuratore Pazienti e l’ispettore Orlandini evidenziando le altre azioni messe a segno ultimamente dalla procura a riguardo dei beni culturali, a cominciare dal prezioso ciclo di affreschi staccati illegalmente da palazzo Spreca.
L’ispettore capo Felice Orlandi, nominato di recente anche ispettore onorario del Mibac, ha ringraziato la Polizia di Stato per la formazione professionale che gli ha permesso di acquisire negli anni.
Ha fatto presente che il quadro si trovava in un’abitazione privata,chi lo deteneva, ha poi dichiarato di averlo visto in casa sua fin da quando era bambino e si è detto subito disposto a restituirlo alle suore.
L’opera di autore sconosciuto, in origine raffigurava santa Rosa in abiti borghesi
In seguito per volontà del cardinale Tiberio Muti, furono dipinti gli abiti monacali in cui compare tuttora, sovrapposti a quelli precedenti, probabilmente dallo stesso pittore.
Il quadro non si presentava in buone condizioni.
Il Comune ha finanziato il restauro eseguito dal laboratorio provinciale, il dirigente del settore cultura della Provincia, Luigi Celestini, ha ricordato le gravissime difficoltà economiche e non solo in cui si trova a lavorare il Centro di restauro. ”Ma quando dobbiamo intervenire su opere d’arte riguardanti santa Rosa – ha precisato – apriamo una corsia preferenziale”
Il sindaco Michelini ha poi comunicato dei due bozzetti della macchina di Santa Rosa di Angelo Papini, uno datato 1933 e l’altro 1842, conservati nel museo civico e riprodotti in stampa anastatica. “Mi piacerebbe – ha detto il sindaco – che fossero esposti negli esercizi pubblici della città e negli alberghi.
Nei prossimi giorni – ha aggiunto tutti i facchini riceveranno una riproduzione dalle suore clarisse”.

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