L’Amazzonia dell’alto Lazio: le cascate del fosso della Mola

Il territorio a nord delle colline di Cerveteri rappresenta in pieno la Tuscia romana con pascoli, campi agricoli, boschi e immancabili valloni incassati tra rupi tufacee frutto dell’attività vulcanica dei Monti Sabatini che hanno generato il Lago di Bracciano.

Il territorio dei Monti Ceriti è ricchissimo di acqua, ancora incontaminato e selvaggio e percorso da numerosi rivoli e ruscelli presenti nella zona che, con il millenario scorrere delle loro acque, hanno disegnato il terreno dando vita a numerose cascate immerse in una rigogliosa vegetazione.

Il Fosso Vaccina (o Fosso della Mola) è un piccolo corso d’acqua che ha origine dai monti Sabatini, intorno al lago di Bracciano e, dopo aver costeggiato il pianoro di Cerveteri, sfocia nel mar Tirreno nel centro di Ladispoli. Nel suo percorso il fosso forma alcune spettacolari cascate.

Il luogo viene chiamato “ l’Amazzonia del Lazio”, oltre che per la lussureggiante vegetazione e i numerosi corsi d’acqua, anche perché i vecchi cacciatori del posto raccontano che negli anni ’30 del secolo scorso in questi luoghi furono avvistati almeno due serpenti giganteschi simili alle anaconde.

Il percorso partirà da Castel Giuliano con il suo Palazzo Patrizi, costruito in più tempi e il cui assetto definitivo è stato portato a termine tra il ‘600 e il ‘700 dall’Architetto Cipriani con l’aggiunta al nucleo più antico di un grande scalone e di una galleria affrescata dal Passeri. Adiacente al palazzo si trova una chiesa padronale del 1700 che fu parrocchia per moltissimi anni intitolata a S. Filippo Neri e che è stata restaurata recentemente dai proprietari. Prospiciente al palazzo, il parco dello stesso con moltissime specie floreali ed una collezione di rose.

Si supererà il borgo e attraverseremo un bosco di querce, un prato con un antico fontanile per poi scendere nella forra. Costeggeremo il letto di un torrente, che presenta dei ruderi delle Ferriere dello Stato Pontificio. Qui nel ‘600 avveniva la lavorazione del ferro estratto all’Isola d’Elba e trasportato in nave fino al porto di Ladispoli. Dal porto, a dorso di mulo, arrivava alle Ferriere, che all’epoca erano uno dei dieci forni fusori dello Stato Pontificio. Nei due fabbricati lavoravano complessivamente un trentina di persone.

Superate le ferriere si giungerà alla cascata dell’Ospedaletto o “del Moro” che si nasconde nel fitto della vegetazione. La cascata, alta una ventina di metri si getta tra la roccia vulcanica originando un piccolo specchio di acqua.

Ripercorrendo a ritroso un breve tratto si arriva alla maestosa Cascata Superiore o di Castel Giuliano cha si getta da 30 metri di altezza formando anche essa un laghetto dove potersi rinfrescare durante le calde giornate estive.A cura di Durata 3 ore, difficoltà media, km 6,5. Antico Presente.

L’escursione sarà condotta da MGiulia Catemario Guida Ambientale Escursionistica associata AIGAE.

Appuntamento
Domenica 29 settembre ore 9.30 a Castel Giuliano (RM).

Condizioni
Minimo 15 partecipanti. Prenotazione obbligatoria due giorni prima. Si consigliano abbigliamento sportivo, scarpe da trekking, acqua e uno spuntino

Informazioni e prenotazioni
MGiulia 335 8034198 – info@anticopresente.it – www.anticopresente.it.

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