“La vita davanti a sé” sold out il ritorno al Teatro Unione e quelle sedie in prima fila rimaste vuote

di Cristiana Lamanna

Il concetto di cultura è assimilato a quello di coltivazione, intesa in guisa di un intervento tendente a sviluppare qualcosa. Un termine che rimane legato a quello di humanitas sino al XIV secolo, mentre a partire dal periodo che va dal XV al XVI secolo il termine verrà recuperato da filosofi quali Bacone e Pufendorf prima, nonché da Leibniz e Kant poi, allo scopo di designare il processo di formazione della personalità umana e la sua capacità di progredire.”

Comincio così la mia esternazione che vorrei rendere pubblica. 
Ieri sera mi sono recata al teatro Unione di Viterbo che ,dopo due anni durissimi di chiusura dovuta alla pandemia, riapriva i battenti, mettendo in scena uno spettacolo “La vita davanti a sé”: mattatore indiscusso, un superbo Silvio Orlando.
Ebbene, mi sarei aspettata, vista la speciale occasione, la presenza del primo cittadino e dell’assessore alla cultura. 
Le sedie in prima fila, nonostante il sold out, sono rimaste vuote.
La mancanza di rispetto verso i cittadini, la città, il teatro, gli attori è evidente e imbarazzante. Per carità, non che se ne sia sentita la mancanza ma se si ricoprono determinate cariche, è d’uopo almeno figurare. Non fosse altro che, giorni prima, proprio nel foyer del teatro, c’era stata la conferenza stampa di presentazione della stagione teatrale. Alla presenza questa volta sì, del sindaco e dell’assessore, invero alquanto spaesato e fuori posto dal momento che non ricordava neppure chi inaugurava l’apertura ufficiale del teatro. Silvio Orlando, appunto.
Dunque, rileggendo le ultime parole di ciò che determina la cultura: “processo di formazione della personalità umana e la sua capacità di progredire”, è evidente che tutto ciò stride con l’attuale assessore alla cultura e con chi l’ha designato. 
Ma davvero Viterbo si merita tutto questo?
 
 
Cristiana Lamanna
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