La storia dell’Ospedale Grande degli Infermi, da abitazione dei papi a scuola clinica

L’ Ospedale grande degli Infermi, “grande”  perché era quello di più grandi dimensioni mai esistito a Viterbo. La spesa per la costruzione fu di cinquecento scudi, di cui duecento a carico del Comune, duecento del cardinale Farnese e cento dal cardinale de Gambara.

Posto in posizione di rilievo sul Colle del Duomo, fu realizzato nel 1575 per l’ accoglienza dei pellegrini e successivamente ampliato con la realizzazione di Palazzo Farnese (XIII sec.) e Palazzo Marzano (XVII sec.), arrivando a coprire una superficie di circa 8.000 mq e costituisce  un patrimonio culturale di estrema importanza per la storia e la città di Viterbo.  Il 29 Giugno 1805 venne bandito un concorso per l’incarico di medico primario chirurgo e su ventisette esaminati vinse il dottor Giuseppe Matthey di Parma, questi fu anche incaricato della cattedra di anatomia e di medicina nel Seminario vescovile. Nel 1807, da parte di papa Pio VII, fu concessa all’Ospedale, l’erezione della prima Scuola clinica dei domini papali . La facciata attuale risale al 1878.

Nel 1933 l’amministrazione ospedaliera bandì un concorso per costruire un nuovo ospedale, vari furono i concorrenti, ma pochi i danari accantonati per la realizzazione del progetto, così non fu fatto più nulla. Il nosocomio sarebbe stato gravemente danneggiato nel 1944 per i bombardamenti aerei e recuperato il 30 Novembre 1950, quando prese il nome di Ospedale Grande degli Infermi “Renato Capotondi Calabresi”.

La storia della vecchia struttura nel centro della città, finisce nel 1991 con l’apertura di Belcolle.

Dichiarato “non più utilizzato ai fini sanitari“ è attualmente nella disponibilità della Regione Lazio e dopo anni di abbandono si avvia a diventare un innovativo polo di attrazione culturale, futura sede dell’ Archivio di Stato di Viterbo e della locale Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, di recente istituzione.

L’ Accordo di valorizzazione dell’ antico nosocomio  garantisce che l’attuazione del progetto avverrà nel rispetto delle esigenze di tutela e secondo gli standard di sicurezza richiesti dalle nuove destinazioni d’ uso. (S.G.)

(fonte notizie storiche dal libro  L’illustrissima Città di Viterbo – di Mauro Galeotti

Foto: Scopri Viterbo

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