La situazione sulla tratta ferroviaria Roma–Orte–Viterbo ha superato ormai da tempo la soglia della tollerabilità

La situazione sulla tratta ferroviaria Roma–Orte–Viterbo ha superato ormai da tempo la soglia della tollerabilità. Anche questa sera l’ennesimo disservizio: il treno delle 17:27 ha subito un ulteriore ritardo, lasciando i pendolari bloccati all’ingresso della stazione di
Grotte Santo Stefano.
Non si tratta di casi isolati ma di una condizione ormai strutturale.
Ritardi cronici, convogli sovraffollati e infrastrutture vetuste: lamobilità quotidiana di chi lavora e studia tra Roma, soprattutto l’alta Tuscia è diventata un percorso a ostacoli. E la percezione diffusa è che la situazione non stia migliorando, anzi peggiorerà con
l’arrivo degli orari invernali.
I pendolari si chiedono, e la politica regionale? È inevitabile interrogarsi sul silenzio, o quantomeno sulla scarsa incisività dei rappresentanti locali seduti in Consiglio regionale del Lazio. Dopo mesi di promesse, tavoli tecnici e comunicati stampa, i pendolari
chiedono fatti concreti: investimenti sull’infrastruttura, aumento delle corse, ripristino dei treni veloci, un piano certo e con tempi definiti.
Perché la realtà è chiara, la Roma–Orte–Viterbo non è più semplicemente una linea in difficoltà. È una tratta dimenticata, mentre la Regione Toscana e Regione Umbria hanno reinstradato i propri treni regionali nell’alta velocità, la Regione Lazio è rimasta a
guardare lasciando il treno delle 17.27 sulla linea lenta. E mentre i cittadini ogni giorno pagano in tempo, stress e denaro, la politicadeve decidere se continuare a commentare il problema o finalmente risolverlo.

Portavoce linea Roma–Orte–Viterbo
Stefano Gasperini

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