La scoperta di una vecchia mappa riporta alla luce una Bisenzio dimenticata

di Paola Maruzzi

vecchia mappa

La recente scoperta di una mappa topografica del Settecento ha portato alla luce un angolo dimenticato dell’antica Bisenzio. A darne notizia sono Patrizia Ceccantoni e Rosella Di Stefano, coordinatrici di Archeotuscia Capodimonte, una realtà associativa impegnata nel disseppellire il potenziale archeologico di quella che è stata una delle più fiorenti città etrusco-romane, come testimonia la vastità della sua necropoli ancora in parte da scavare. 

La pianta di cui si faceva menzione, ritrovata presso l’Archivio di Stato di Viterbo, appartiene invece a un passato più recente: rappresenta in scala “canne” (una vecchia unità di misura) un giardino farnesiano, tipicamente circondato da ulivi e all’interno del quale si coltivavano alberi da frutto. Il giardino era annesso a un’antica fortezza, di cui non rimane nessuna traccia.

La scoperta della mappa topografica e il suo legame con la solida tradizione dei giardini di Capodimonte (si pensi al giardino pensile della Rocca farnesiana) ha innescato nei soci di Archeotuscia la volontà di presentare all’amministrazione comunale un progetto di riqualificazione dell’area del Monte Bisenzio. “La nostra idea di intervento vuole essere minimamente invasiva nel rispetto della bellezza paesaggistica e naturalistica dei luoghi – spiegano le coordinatrici –. In continuità con il percorso creato nel 2018 nel centro storico del comune di Capodimonte dalla Rete di Imprese ‘Naturalmente Capodimonte’, che ha visto la piantumazione di rose antiche nei punti nevralgici dell’abitato rinascimentale, si è pensato di collegare idealmente il paese di Capodimonte, erede dell’antico centro etrusco di Bisenzio, al suo nascente parco archeologico, collocando nei punti più significativi del nuovo percorso di visita delle piante di rose”.

L’obiettivo, dunque, sarebbe quello di “far rivivere” l’antica Bisenzio attraverso una passeggiata archeologico-naturalistico, corredando il sentiero con pannelli esplicativi utili per ricostruire il passato grandioso del territorio. Un’iniziativa che, tra le altre cose, sarebbe in raccordo con altri parchi tematici del territorio, per esempio quello della necropoli di Grotte di Castro. “Abbiamo partecipato a un bando ma purtroppo il nostro progetto non è rientrato tra i vincitori. Tuttavia non ci arrendiamo”, concludono le portavoce.

Oltre all’auspicio di un parco archeologico sulle tracce dell’antica Bisenzio, i soci di Archeotuscia fanno il tifo affinché anche Capodimonte possa avere un museo che renda giustizia al suo lunghissimo passato (i primi insediamenti risalgono all’età del Ferro).  I ritrovamenti provenienti dalle ricche necropoli circostanti sono sparsi per il mondo, da Viterbo a New York, eppure – si legge sul sito di Archeotuscia – “inspiegabilmente nulla dei corredi tombali villanoviani ed etruschi, vestigia di un’antica opulenza, è esposto a Capodimonte”.

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