Dalla nutrizionista la giusta alimentazione in presenza di dislipidemie

di Gemma Moscioni

Ogni qual volta ci si reca a effettuare delle analisi del sangue generiche, si possono notare nel referto i parametri di colesterolo e trigliceridi. Questi vengono sempre indagati al fine di diagnosticare la presenza di dislipidemie, uno dei principali fattori di rischio cardiovascolare.

Le dislipidemie sono, infatti, alterazioni dei lipidi plasmatici caratterizzate da un aumento del colesterolo e/o trigliceridi, oppure di entrambe e dall’aumento o riduzione delle lipoproteine che li trasportano. La presenza di queste alterazioni peggiora notevolmente il profilo di rischio cardiovascolare. Fortunatamente, esse rientrano nel gruppo dei fattori di rischio cardiovascolare “modificabili”, per cui in questo caso l’alimentazione e uno stile di vita sano, giocano un ruolo fondamentale.

L’apporto calorico eccessivo ed il conseguente aumento del peso, con comparsa di sovrappeso o obesità, sono in stretta associazione con la presenza di alterazioni specifiche del metabolismo lipidico, riguardanti in particolare un aumento dei trigliceridi ed una diminuzione del colesterolo delle HDL.

Diversi studi dimostrano che il calo ponderale induce una riduzione dei trigliceridi tra il 20 ed il 30% e che il colesterolo HDL (colesterolo “buono”) aumenta di 0,4 mg/dl per ogni Kg perso di peso.

INDICAZIONI DIETETICHE IN CASO DI DISLIPIDEMIE

Oltre che dal punto di vista quantitativo, l’alimentazione può essere ancora più importante nel modulare il profilo lipidico sulla base della sua qualità.

Considerando il colesterolo, è necessario ridurre il consumo di alimenti ricchi di acidi grassi saturi (es. carni grasse, salumi, frattaglie, burro, panna, latte intero, formaggi con più del 40% di grassi, oli di arachide, di palma, di cocco, strutto, alimenti fritti) e privilegiare gli alimenti ricchi di grassi insaturi (olio di oliva, di girasole, di vinaccioli, di mais, di colza ecc…). Molto utile è aumentare l’apporto di omega 3, presente nei pesci grassi dei mari freddi (sgombri, sardine, acciughe, salmone non di allevamento); nei semi di lino e di colza, nei semi oleosi, negli ortaggi verdi a foglia (valerianella, cavolo, lattuga); nelle alghe commestibili.

Per quanto riguarda i trigliceridi, le raccomandazioni dietetiche da seguire consistono nello scegliere cibi ad elevato contenuto di fibre e basso tenore in zuccheri semplici.

Scegliere cibi con un basso contenuto di grassi saturi e privilegiare quelli con maggiore tenore di grassi monoinsaturi e polinsaturi. Cucinare senza grassi aggiunti. Preferire metodi di cottura come: vapore, griglia o piastra, pentola a pressione, piuttosto che la frittura, la cottura in padella o i bolliti di carne.

ULTERIORI COMPONENTI DELLA DIETA IN GRADO DI INFLUENZARE IL METABOLISMO LIPIDICO

Esistono altri componenti in grado di influenzare il metabolismo dei lipidi, un esempio, ultimamente molto studiato e citato, è l’olio di semi di canapa (Cannabis sativa L.).

Considerando la composizione bromatologica, i semi di canapa interi comprendono circa il 20-25% di proteine, il 20-30% di carboidrati ed il 10-15% di fibre, insieme a una serie di minerali in traccia.

In seguito ad un’analisi dettagliata della macrocomposizione dell’olio di semi di canapa, è stato dimostrato che questo è composto quasi interamente da acidi grassi, con un contenuto di acidi grassi essenziali di circa il 75%; questi sono rappresentati dall’acido linoleico (LA) e acido linolenico (LNA), ossia acidi grassi omega-6 ed omega-3, in un rapporto 3: 1. Si tratta di due grassi particolari: non vengono prodotti naturalmente dall’organismo, ma devono essere assunti con l’alimentazione e per questo sono definiti “essenziali”. Gli omega-6 abbassano il tasso di colesterolo LDL (che i saturi invece tendono ad alzare), mentre gli omega-3 svolgono un’azione antiaritmica, antinfiammatoria e antiaggregante. Ciò che più conta, inoltre, è che il loro effetto positivo è sinergico, viene cioè potenziato quando possono funzionare in combinazione.

Altri prodotti presenti, sono il sitosterolo, il quale contribuisce alle proprietà ipocolesterolemiche, i tocoferoli, che hanno attività sia antiossidanti che antitumorali, entrambi in quantità sufficientemente efficaci.

Un apporto quotidiano di olio di semi di canapa nella misura di 1 cucchiaino da tè al giorno, a livello preventivo; e da 1-3 cucchiai da tavola da distribuire nella giornata, hanno dimostrato risultati eccellenti nel ridurre il colesterolo e i trigliceridi nel sangue, riducendo così anche il rischio di trombosi, ipertensione, vasculopatie e aterosclerosi e di malattie cardiovascolari in genere.

La sana alimentazione, come affermo sempre, riveste un’importanza fondamentale per la salute, durante tutte le età della vita. Una corretta nutrizione, associata a uno stile di vita attivo, costituisce la base della prevenzione di moltissime patologie.

 

 *La Dottoressa Gemma Moscioni, Biologa Nutrizionista, si è laureata in Biologia cellulare e molecolare presso l’Università degli Studi della Tuscia (110 cum laude), successivamente perfezionata con Master Universitario di II livello in: “Nutrizione personalizzata, basi molecolari e genetiche”, presso la facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Roma Tor Vergata (110 cum laude). Ha sviluppato competenze riguardanti la Nutrizione personalizzata e la Nutrigenetica, focalizzandosi sul ruolo che gli alimenti hanno nell’espressione genica dell’individuo.
Attualmente lavora come Biologa Nutrizionista a Viterbo e provincia e affianca alla libera professione l’insegnamento dell’educazione alimentare.

Contatti Nutrizionista Biologa Gemma Moscioni:
 Viterbo, Centro Medico Santa Rosa
 Tarquinia, Rep Medica
 Ronciglione, studio medico
 Civitavecchia, Poliambulatorio Corpo libero

Pagina Fb: Dott.ssa Gemma Moscioni – Biologa Nutrizionista
Email: bionutrizione.moscioni@gmail.com

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