Istituti di Pena, il carcere Nicandro Izzo: esperienze a confronto all’ OpenHub di Viterbo

di Laura Pasquini

Nella mattina del 21 Ottobre si è svolta presso l’ OpenHub di Viterbo la tavola rotonda intitolata : “Nessun uomo è un’ isola. Istituti di Pena: una risorsa da scoprire; Sinergie tra i volontari e le  istituzioni carcerarie per il perseguimento degli obiettivi rieducativi e di reinserimento sociale“. Il titolo richiama la famosa poesia di John Donne, “Nessun uomo è un’isola”, che sottolinea l’interconnessione tra gli individui e l’importanza di ogni singola vita per il benessere collettivo, obiettivo messo a fuoco  attraverso gli interventi degli ospiti qualificati di questo incontro in cui si è cercato di riportare i punti chiave del dibattito ai temi centrali che possano migliorare la relazione e l’eventuale inserimento lavorativo dei detenuti stessi per un sano reinserimento rieducativo.

L’ incontro è stato organizzato con G.A.V.A.C. ODV (Gruppo Assistenti Volontari Animatori Carcerari), associazione viterbese  che conosce bene le problematiche del carcere Nicandro Izzo, dove opera dagli anni ’70 e di cui quest’ anno ricorre il 50° anniversario della sua fondazione.

L’evento è stato selezionato tra le proposte pervenute in risposta alla call “OpenCultura” promossa da OpenHub Lazio.

La Presidente Dottoressa Elisabetta Gatti e l’ Avvocato Fabrizio Ballarini, hanno accolto gli interventi degli ospiti.

Presenti: il Dott. Claudio Mariani Direttore del Dipartimento di criminologia e sociologia della devianza presso il Centro Studi Criminologi di Viterbo, le Dottoresse Daniela Cioccia, Assunta Valentino funzionarie giuridico-pedagogiche del carcere di Viterbo, la Dottoressa  Paola Danesi reponsabile UEPE e la responsabile del Centro Impiego di Viterbo.

La Presidente D.ssa Elisabetta Gatti introducendo la tavola rotonda pone in evidenza come nell’arco dei decenni i nodi irrisolti di questa realtà siano sempre gli stessi  pure affrontati negli incontri precedenti alla popolazione dove la riflessione è stata indirizzata sui principi fondanti dell’ esistenza umana – la dignità e il valore della Persona- e sulla criminalità nel mondo carcerario. Poi l’ incontro con le istituzioni amministrative e con le forze produttive, da cui è emerso l’interesse verso un coinvolgimento occupazionale .

In questo quarto incontro sono stati coinvolti gli addetti ai lavori per una valutazione su come poter fluidificare determinati processi  per rendere  tutto praticabile e offrire ai detenuti stessi, un riconoscimento della loro persona, un riscatto.

I punti sui quali si è concentrato il dibattito sono stati essenzialmente:

La comunicazione del detenuto con gli avvocati
I corsi di formazione

Misure alternative alla detenzione

L’ Avvocato Fabrizio Ballarini, volontario, cura all’ interno del carcere uno sportello legale molto attivo- che offre al detenuto indicazioni di tipo orientativo come la possibilità di chiedere indicazioni e informazioni sulla misura alternativa alla detenzione,  di conoscere i percorsi educativi all’interno del carcere, i tempi in cui presentare le istanze; informazioni che il detenuto riceve anche quando viene a contatto con l’area educativa e aiutato grazie allo sportello a chiarirsi le idee. Di concerto con l’ Ordine degli Avvocati e con l’ Ufficio di Sorveglianza ne evidenzia le problematiche emerse dall’esperienza pratica con la finalità di un coinvolgimento diretto di quelle figure che conoscono bene la realtà carceraria.

L’idea è di snellire la procedura offrendo la possibilità prima di tutto di scegliere un difensore qualificato nella materia ottenendo  dall’ Ordine degli Avvocati degli elenchi con nomi di professionisti che si rendono disponibili con degli elenchi distinti per materia.

Un incontro che di buona sostanza è servito a riunire le professionalità preposte in modo organico per uno scopo comune.

La Dottoressa Daniela Cioccia ha sottolineatocome sul territorio viterbese e nazionale, ci sia  molta richiesta di proposte lavorative per i detenuti. L’attività lavorativa dovrebbe diventare l’elemento trattamentale più importante perché è l’unico modo che si ha per determinare se una persona sia riuscita a sperimentarsi in maniera concreta e per aiutarla a reinserirsi. 

L’area trattamentale, della Dottoressa Meacci (non presente) si è detta  pronta a riuscire a strutturarsi in un canale di comunicazione  diretta offrendo degli strumenti burocratici che permettano di siglare delle convenzioni dove la programmazione sia almeno annuale; poi seguire tutto l’iter dell’ atto di osservazione dell’équipe multidisciplinare che deve accompagnare la persona affiancato dall’educatore.

Il Dott. Mariani sottolinea l’importanza di dialogare anche con il  COL -Centro per l’ Impiego in via Cardarelli mettendo a fuoco il  Progetto GOL, chepermette grazie ai fondi regionalidi  formare nei vari indirizzi attitudinali  consegnando un attestato ufficiale valido in tutta Italia assolutamente a titolo gratuito.

La Dottoressa Paola Danesi illustra il Progetto Inclusione, già operativo, con un investimento regionale importante che offre dei posti disponibili a persone che hanno dei requisiti specifici e un determinato fine pena; sul nostro territorio Fattoria Alice Nova  particolarmente sensibile al tema dell’inclusione ha partecipato e vinto l’appalto.

“L’ osservazione è dinamica” Quando il detenuto entra nei termini delle misure alternative sarebbe molto più agevole aprire i programmi di trattamento conclude la Dottoressa Cioccia funzionaria giuridico-pedagogiche del carcere di Viterbo.

La mattinata si conclude evidenziando la natura collaborativa del formato rendendo la tavola rotonda un’ottima occasione per costruire relazioni e approfondire le tematiche.

Oltre agli addetti ai lavori era presente un pubblico esterno interessato all’argomento.

 

OpenHub è un’idea innovativa che coinvolge 4 città del Lazio inclusa Viterbo con una  propria sede per promuovere  la coesione sociale ed economica, l’occupabilità in una prospettiva di scambio continuo.

Open Hub Lazio – Viterbo

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