Incroci di donne. Come nella Commedia dell’Arte

di Maria Teresa Muratore

Era la mattina dell’ultimo giorno di Sanremo, sabato, quando ho potuto partecipare ad un corso di scrittura di esperienza, fortemente voluto da PARVA Casa delle Donne, organizzato insieme a PRO.T.E.O. FARE SAPERE, tenuto da Lea Melandri.

Eravamo una ventina, due gli uomini, in gran parte non ci si conosceva, età diverse, provenienze diverse, storie diverse.

Io l’avevo chiamata una sperimentazione, non so se sapete come funziona: Lea Melandri aveva preparato per noi una selezione di frammenti estrapolati da scritture di autori diversi, frammenti molto forti, suggestivi; noi li dovevamo leggere, sottolineare quelli che ci colpivano in un modo o nell’altro, ricopiarli e di lì iniziare a scrivere quello che la loro lettura ci suggeriva, ci ispirava, poi avremmo dovuto leggere ad alta voce i frammenti ricopiati e i nostri scritti.

Scrive la Melandri Quella che in più occasioni ho definito “scrittura di esperienza” interroga innanzi tutto il pensiero, il suo radicamento nella memoria del corpo, nelle sedimentazioni profonde che hanno dato forma inconsapevolmente al nostro sentire. In quelle zone remote e “innominabili”, la storia particolarissima di ogni individuo incontra comportamenti umani che sembrano eterni, immodificabili, uguali sotto ogni cielo: passioni elementari, sogni, costruzioni immaginarie, rappresentazioni del mondo, riconoscibili in ogni spazio e tempo. Tra queste, vanno a collocarsi le figure del maschile e del femminile, che il corso della storia ha modificato, ma non tanto da cancellare i tratti della vicenda originaria che ha dato loro volti innegabilmente duraturi.

Noi, tutti più o meno preoccupati all’idea di metterci a nudo di fronte agli altri, non sapendo che cosa quelle letture avrebbero fatto scaturire in noi e come il nostro subconscio avrebbe risposto alla sollecitazione.

Lei, “titanica”, una esplosione di energia, di energia positiva, e la simpatia delle romagnole,  raccontava del femminismo degli anni 70, delle riunioni dove si praticava l’autocoscienza, e della sua vita e  del movimento delle donne e lo raccontava come protagonista  ed era affascinante ascoltarla.

Quando abbiamo letto i nostri pensieri siamo stati tutti colpiti dalla scelta dei brevissimi brani che avevamo sottolineato, perché le scelte erano ricorrenti, e dà da pensare come la madre fosse il tema più gettonato, forse più problematico, spesso non risolto, che ci accomunava, in fin dei conti la madre è anch’essa una donna, e a un certo punto, era come se non fossimo più persone, ma sacchi, con i loro problemi dentro.

La sera di domenica- il corso si era prolungato per tutta la mattina-inizi a metabolizzare, e ti si presentano alla mente, mentre sei andata a rivedere su internet alcuni siti di approfondimento segnalati da Lea, strane associazioni. Mi è venuta in mente, per esempio, Chiara Ferragni, e il suo monologo, praticamente nuda sul palco di Sanremo, e mi ha fatto tenerezza ripensarla bella come indubbiamente lo è ma appesantita sotto questo atto di coraggio che le faceva incurvare appena appena le spalle, unico segno inconscio di pudicizia che contrastava con la spavalderia che si sarebbe voluta dimostrare e che invece rivelava lo sforzo a cui si sottoponeva per affermare la libertà della donna. Se dobbiamo arrivare a tanto per dimostarlo.

Ieri sera ho visto un episodio de I misteri di Murdoch in cui le suffragette erano arrestate e subivano un processo perché avevano dimostrato in corteo per il diritto al voto e ho pensato “ Certo quante ne abbiamo passate!”

Poi è passato il telegiornale dove Ruby che non si chiama più così ma Karima El Mahroug, diceva quanto è stato gentiluomo con lei Berlusconi.

E poi c’è la nostra premier, Giorgia Meloni, la prima donna a rivestire questo ruolo nel nostro Paese e che, a prescindere dalle idee politiche, dovrebbe farci contente che sia lì, e…esercita il Potere.

Ecco, per esempio, che ritira la costituzione di parte civile della Presidenza del Consiglio al processo Ruby ter. Non potrò mai dimenticare la difesa- arringa dell’Onorevole Paniz in Parlamento quando asseriva, giustificandolo, che l’operato di Berlusconi era dovuto a necessità diplomatiche, non volendo compromettere i rapporti con l’Egitto, come nella migliore tradizione della Commedia dell’Arte.

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