In tanti presso la sede distaccata dell’assessorato all’agricoltura della Regione Lazio per dire no all’espianto degli ulivi

No all'espianto degli ulivi

Sono semplici le ragioni che hanno motivato la presenza del Biodistretto della via Amerina e delle Forre dinnanzi alla sede distaccata dell’assessorato all’agricoltura della Regione Lazio. Il presidio ha visto la organizzato dal Biodistretto della via Amerina e delle forre con l’adesione e la partecipazione di Arci Viterbo, Aucs onlus, Ausf, l’associazione Erinna, Legambiente Caprarola, La rete degli Studenti Medi, Sinistra Italiana, Rifondazione Comunista, Unione Popolare, il Movimento 5 Stelle, i Giovani Democratici, cittadine e cittadini del territorio.

Sono intervenuti il presidente Famiano Crucianelli, la segretaria Sandra Gasbarri, l’esperto di cammini Paolo Piacentini e la performer Arianna Villtetti, con un monologo teatrale sul valore che l’ulivo ha nella nostra cultura e nella nostra vita quotidiana, un albero da proteggere e salvaguardare.

È infatti in corso da anni un taglio scriteriato e irresponsabile di alberi di ulivi per sostituirli con coltivazioni intensive di noccioleti. Solo dal 2019 al 1921 sono state concesse nei comuni del Biodistretto 50 autorizzazioni, il che ha significato l’espianto e l’abbattimento di centinaia e centinaia di alberi di ulivo. Di questo passo nel nostro territorio l’Ulivo diventerà una pianta in via di estinzione: una scelta grave per l’oggi e per il futuro.

L’ulivo è una pianta esemplare dalle tante virtù: l’olio è l’oro giallo del nostro paese, forse il prodotto principale della nostra storia agroalimentare e solo l’insipienza della politica e un mercato distorto ha creato il paradosso in virtù del quale importiamo molto, molto più olio di quello che noi esportiamo.

Non solo gli ulivi sono un raro esempio di biodiversità e di bellezza, l’ulivo è una pianta straordinaria nella lotta al cambiamento climatico ed ha un esemplare capacità di resistenza alla siccità.
Cancellare gli ulivi per fare posto alla monocultura è una scelta irresponsabile dal punto di vista sia che economico che ambientale.

Sostituire la coltivazione dell’ulivo, che richiede poca acqua, con piante come il nocciolo che ne esigono grandi quantitativi, è una scelta miope e pericolosa.Compromettere con la coltivazione intensiva la fertilità del suolo è unfurto nei confronti delle generazioni che verranno, per questo chiediamo da subito una Moratoria del taglio degli Ulivi.

Chiediamo che cessi l’abuso interpretativo della legge regionale del 21/2/2009 dove all’articolo 3 si parla di” abbattimento ed espianto di ulivi”. Migliorare un’azienda agricola senza tenere in conto il consumo di acqua, la fertilità del suolo, la biodiversità e l’equilibrio ecologico – come si è fatto in questi anni in nome del comma d. dell’articolo 3 – è un imbroglio, un abuso interpretativo.Da ultimo chiediamo che si modifichi la legge in modo che siano chiari principi come biodiversità ed equilibrio ecologico.

Dopo il presidio c’è stato un dialogo produttivo con i dirigenti e tecnici dell’aria decentrata dell’Agricoltura Lazio nord i quali, nonostante la piena comprensione del problema, hanno ribadito i vincoli burocratici al quale è sottoposta la legge. La questione è stata dunque rimandata al tavolo.

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