Imu agricola, Sabatini: Zingaretti alzi la voce contro tassa iniquia

imu terreno agricoli

«Sull’Imu agricola regna il caos più totale. Il governo ha introdotto una

norma di fatto retroattiva e fortemente penalizzante per gli agricoltori, con disparità evidenti tra i

comuni, a volte anche tra terreni confinanti. Mi auguro che la mozione che ho presentato affinché

Zingaretti intervenga presso il governo venga calendarizzata quanto prima: siamo di fronte a un vero

pasticcio che non può rimanere confinato tra il governo colpevole di aver imposto un balzello odioso e i

Comuni chiamati a fare gli esattori. La Regione Lazio faccia propria la giusta protesta degli agricoltori

del Lazio e alzi la voce con il governo». È quanto dichiara Daniele Sabatini, consigliere Ncd della

Regione Lazio che questa mattina ha partecipato all’assemblea convocata da Coldiretti a Viterbo per

sensibilizzare le istituzioni locali sugli effetti dell’Imu agricola.

«L’imu agricola è una imposta iniqua – aggiunge il consigliere regionale Ncd – perché crea enormi

disparità di trattamento tra gli agricoltori; è un’imposta furba perché la tempistica scelta dal governo

l’ha resa di fatto retroattiva introducendo sostanzialmente una patrimoniale secca sui terreni agricoli; è

una tassa stupida, perché stupido è il discrimine utilizzato per valutare l’esenzione o meno per i comuni,

legato ad una classificazione Istat obsoleta e ad altimetrie che non possono essere prese come parametri

dato che è arcinoto come alcune coltivazioni si sviluppino meglio ad altitudini maggiori e altre ad

altitudini minori. E infine è un’imposta vigliacca perché sebbene introdotta dal governo, sono poi i

Comuni a doversi fare esattori nei confronti dei coltivatori diretti».

In vista della scadenza a marzo del termine per convertire in legge il decreto sull’Imu agricola, il

consigliere Sabatini chiede che le «istituzioni locali facciano la loro parte. Il Lazio è una regione a forte

vocazione agricola, Zingaretti esca dal letargo e si faccia portavoce presso il governo del malessere degli

agricoltori».

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