Il vino d’uva puntinata di Acquapendente al Kurhaus di Merano per il Merano WineFestival

uva puntinata

Il progetto vitivinicolo per rilanciare l’uva puntinata, inserito in “Trevinano Riwind”, plana in Alto Adige, al Kurhaus di Merano, per il WineFestival, uno degli eventi enogastronomici più importanti d’Europa.

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Un vitigno antico, quasi scomparso, è tornato a nuova vita grazie al lavoro della Riserva Naturale Monte Rufeno, ARSIAL, GRASPO, Università degli Studi dellaa Tuscia, Slow Food e a un gruppo appassionato di agricoltori e ricercatori. Dopo la prima micro-vinificazione sperimentale, viene ospitato nella sezione Bio&Dinamica per raccontare la storia di questa straordinaria riscoperta del territorio e del suo patrimonio genetico. Tutto inizia alcuni anni fa per il volere di un’associazione e dell’allora direttore dell’area protetta, dottor Massimo Bedini, che si sono imprgnati a effettuare il “salvataggio” di un’uva autoctona: la puntinata, che ora non rischia più di scomparire. Una storia a più voci in Alto viterbese. Era il secondo dopoguerra ad Acquapendente, l’uva chiamata come Greca dava vita a un vino bianco che raggiungeva il mercato romano e, in parte, quello del Nord Italia. I futuri successi di vitigni internazionali e del sistema cooperativo la fanno scomparire fino a portarla sull’orlo dell’estinzione. Poi arriva il riscaldamento climatico e alcuni tecnici comprendono che il concetto di autoctono può salvare la viticoltura. Alvio Fusi di Acquapendente, oramai deceduto, è la panacea, la ruota portante del progetto “Custodi”. Il dottor Bedini assieme al figlio di Alvio, Andrea, ne scoprono uno proprio all’interno della Riserva Naturale Monte Rufeno. I tecnici lo potano, lo curano, vinificano meravigliosamente ma vanno molto oltre: ne studiano il DNA e lo inseriscono nel registro regionale Arsial, nato proprio per salvaguardare le risorse genetiche autoctone di interesse agrario. E poco prima di arrivare alla prestigiosa vetrina di Merano, viene nazionalmente ufficializzata e inserita nell’apposito registro nazionale, permettendone la diffusione, la coltivazione e l’utilizzo con il motto “Vitigni del passato per i vini del futuro”.

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