Il ministro Stefano Patuanelli in visita alle aziende vitivinicole viterbesi di Coldiretti

di Luciano Costantini

Da Bacco alla viticoltura 4.0. Non è un miracolo né una suggestione né una fin troppo banale iperbole, ma ciò che propone oggi quel tratto della valle del Tevere che si estende tra Castiglione in Teverina e Civitella d’Agliano e che ospita un crescente nucleo di aziende di settore. Un campione dell’agricoltura della Tuscia che il ministro Stefano Patuanelli “decora” sul campo con una lunga visita, tutt’altro che di circostanza. Scatta in mattinata nel cuore della tenuta vitivinicola Casciani di Civitella: tanti vessilli gialli vanga e spiga al centro, molti imprenditori del posto, il vice presidente della Coldiretti nazionale Davide Granieri, il presidente della Coldiretti Viterbo Mauro Pacifici e il direttore Elvino Pasquali. E’ naturalmente sua maestà la Vite come protagonista di una storia lunga secoli. Una storia che, nella circostanza, fa un percorso a ritroso: parte cioè dalla più moderna tecnologia adottata dalla Casciani per tornare alla Fattoria Madonna delle Macchie di Castiglione, una antica cantina dove l’affinamento del vino avviene in una grotta scavata all’inizio del secolo scorso, realizzata interamente a mano. L’ultima tappa del tour non può che essere il Muvis, il Museo del Vino di Castiglione, che istituzionalmente è il testimone più autentico, secolare e rigoroso di esistenza della vite e del suo nettare. Da Bacco ai giorni nostri, appunto. Il ministro, che prima sollecita informazioni sul passato e poi sale alla guida di un modernissimo automezzo per compiere una paio di giri lungo i filari di viti, diventa la fotografia emblematica del momento. Che non può offrire certo un bilancio esaltante, causa Covid, ma che proprio per questo ha spinto gli imprenditori a dare più lena alla ripresa. Con tutti i mezzi. La sola ditta Casciani nell’ultimo anno ha investito un milione di euro in tecnologia: dai sensori collegati a una stazione meteorologica che gestisce impianti di irrigazione a goccia ai droni capaci di intervenire e inviare informazioni in tempo reale sulle necessità organolettiche dei vitigni e dunque anche stabilire l’ottimizzazione del prodotto e dei costi. Obiettivo non secondario dell’agricoltura più in generale è quello di migliorare anche l’offerta enogastronomica che la pandemia ha tagliato del 27%. “Il Viterbese – sottolinea il vicepresidente Coldiretti, Granieri – riesce a rappresentare perfettamente il connubio tra storia e innovazione. Ora più che mai è sulla promozione e la valorizzazione di un turismo di prossimità che dobbiamo puntare. Il Green Pass consentirà ai turisti vaccinati di circolare liberamente in Europa e si potrà colmare la carenza di stranieri che ha pesato fortemente su questo settore”. “Anche per questo – insiste il presidente della Coldiretti Viterbo, Pacifici – dobbiamo poter fruire degli strumenti necessari alle aziende nei processi di innovazione. Dobbiamo saper cogliere le opportunità che vengono dalle nuove tecnologie e investire in maniera strategica i fondi previsti dal Recovery Plan”. Sollecitazioni che non possono non essere raccolte dal ministro Patuanelli: “Si tratta di argomentazioni valide e concrete peraltro già prese in considerazione nel recente passato e che l’attuale governo è intenzionato a portare avanti concretamente. Così come l’impegno per una agricoltura che sappia limitare l’inquinamento e l’impatto ambientale”.

 

 

 

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