Il Focarone di San Antonio: Tradizione, Simbolismo e i Giovani del Comitato del Sacro Fuoco di Bagnaia

di Pier Isa Della Rupe

La sera del 16 gennaio, a Bagnaia, vicino Viterbo, si rinnova un’antica e affascinante tradizione: l’accensione del Sacro Fuoco in onore di Sant’Antonio Abate, protettore degli animali domestici. Il Focarone di San Antonio affonda le sue radici in una simbologia antica e universale, che attraversa culture e tempi remoti.
Questa tradizione richiama le celebrazioni del passato, quando, al termine del solstizio d’inverno, grandi fuochi venivano accesi per salutare il ritorno del Sole. Nell’antica Roma, a gennaio, si celebrava il “Sol Invictus” (Sole Invincibile): il sole bambino che, con il progressivo aumento delle ore di luce, simboleggiava la vittoria della luce sull’oscurità. Anche il Focarone di San Antonio incarna questo significato profondo: la sua luce squarcia le tenebre, annunciando la vittoria della vita sulla morte, del calore sul gelo e della speranza sulla paura.
Oggi, questa maestosa pira, che risplende nel cuore di Bagnaia, è possibile grazie all’impegno e alla dedizione dei ragazzi del Comitato del Sacro Fuoco. Questi giovani, durante tutto l’anno, raccolgono legna offerta da tante famiglie generose, dedicando tempo ed entusiasmo per mantenere viva una tradizione che unisce la comunità e rinsalda il legame con la storia locale.
A questi giovani custodi della tradizione, che rappresentano il futuro del paese, è stato donato il libro *”Bagnaia e il suo canto”*. Si tratta di un’opera che raccoglie racconti, detti, filastrocche e storie in dialetto bagnaiolo, così che il patrimonio culturale e la memoria del popolo di Bagnaia possano vivere e proseguire grazie a loro.
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