I Fiori del lockdown la luce nei giardini dell’anima, a La Trinità a Capranica

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Abbiamo voluto realizzare con Fabio un’installazione semplice e naturale, simbolica al tempo stesso della fragilità e della resilienza dei legami. Per questo i quadri potrebbero pure essere resi itineranti all’interno di diverse zone della proprietà, nell’arco della settimana d’esposizione. Come #naturanellanatura. Senza temere né il vento né la pioggia, né il sole né il volo degli uccelli.

I FIORI del lockdown la luce nei giardini dell’anima
inaugurazione: mercoledì 8 settembre 2022
Luogo Capranica
orario: dalle 18.00 alle 22.00
durata della mostra: dall’9/09 al 16/09
orario: negli orari di apertura del centro di giardinaggio oppure su appuntamento
 
Fabio è diventato un amico di famiglia e – per le strade imprevedibili e traverse della vita
– capita spesso nel Lazio, pur essendo residente in Veneto. Del resto la sua ricerca della
luce (e non solo della tecnica fotografica) lo porta spesso ‘altrove’: luoghi più o meno
vicini, avventure che si possono spingere più o meno lontane. In questo modo il
fotografo trevigiano va alla ricerca dell’espressività degli uomini e delle donne, magari
impegnati nel gesto artistico (o nella vita di tutti i giorni). Ma anche – in particolare negli
ultimi anni ahinoi caratterizzati dal COVID – alla scoperta della natura. È così che è nata
l’idea di questa sua ultima mostra, che rappresenta appunto il racconto di un salto
indietro: dal chiasso al silenzio dei fiori, dalla luce artificiale alla luce naturale, dalla
confusione alla riflessione. Nel momento del nostro ritiro forzato e inaspettato – però – i
colori dei fiori non si sono spenti, anzi forse si sono riappropriati di spazi più liberi:
quasi con una certa prepotenza gentile. E in modo del tutto inatteso ci hanno dato
l’opportunità di usare occhi nuovi: anche quelli proposti nelle prospettive e nei soggetti
naturali di questi 20 quadri fotografici. E di lì, molto spesso, le parole sono poi riemerse
come purificate: più profonde e più alte, più sentite e poetiche, più puntuali e precise.
Esattamente come nelle descrizioni che di questi scatti di Fuser dà Elena Clementi. Una
‘voce scritta’ che – nella nostra proposta per la location de La Trinità – si svela in un
secondo tempo, venendo a galla poi. All’orizzonte delle immagini.
Fabio Fuser, classe 1954, entra casualmente nel mondo dell’immagine a metà degli
anni ‘80. Inizia collaborando con uno studio di produzione video per poi, a breve,
crearne uno suo. Nel periodo dedicato a quest’attività, conclusosi nel 2007, segue
principalmente il settore della musica e degli eventi socio culturali, ricevendo
riconoscimenti anche internazionali. Si è quindi ri-avvicinato all’immagine, stavolta
statica, seguendo ancora e soprattutto il mondo della musica in tutte le sue declinazioni.
Alterna comunque questo genere con i ritratti ambientati, proponendo il suo stile
asciutto e solo apparentemente semplice nella realizzazione, con grande attenzione alla
tecnica compositiva. Il suo tentativo è quello di dare forma alla fantasia e agli stati
d’animo, che si possono appunto tradurre in narrazioni di luce e d’immagini. Con scatti
snelli, eleganti. Alla ricerca della sobrietà e di una comunicazione profonda della propria
personalità. Ultimamente s’interessa di psicologia e fisiologia applicata all’immagine
fotografica, e di illuminotecnica.
Elena Clementi. Si è dedicata al servizio civile nel settore del no-profit per poi passare
alla finanza solidale. Dal 2013 fa parte di EWMD (network internazionale) come
componente del direttivo in qualità di co-responsabile dell’area comunicazione. Accanto
al lavoro, coltiva da sempre il proprio estro, anche creando oggetti con materiali di
scarto, cui dà nuova vita. Ama scrivere e comunicare .
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