Uscite per scaglioni di età? E’ una ipotesi, tra le tante, allo studio per la cosiddetta Fase 2, quando il Coronavirus si sarà verosimilmente indebolito. Abbiamo provato a delineare la possibile operazione sulla base della struttura sociale della Tuscia e di Viterbo utilizzando i dati demografici Istat, aggiornati al 31 dicembre 2018. Gli ultimi ufficialmente disponibili. Il quadro che ne esce muta chiaramente secondo lo scaglione anagrafico che potrebbe essere adottato per le uscite e che potrebbe anche variare da regione a regione, se non addirittura da comune a comune. La Tuscia più o meno un anno e mezzo fa contava 317.000 abitanti che formavano 142.217 nuclei familiari. Abbiamo immaginato tre fasce di età, le stesse che scienziati e amministratori potrebbero prendere in considerazione: quella da 60 a 64 anni; quella da 65 a 69 anni; quella oltre i 70 anni. Nel primo gruppo rientravano 21.609 abitanti (10.462 maschi e 11.147 femmine) con una percentuale del 6,8 sull’intera collettività. Nel secondo gruppo erano rappresentati 19.642 individui (9.589 maschi e 10.053 femmine) con una percentuale del 6,2. Nel terzo gruppo gli over 70, fino al secolo di vita, figuravano 56.025 persone. Insomma, sopra i sessanta nell’intera Tuscia vivevano complessivamente quasi 100.000 viterbesi. Praticamente, uno su tre viaggiava oltre questa età. Una comunità sempre più anziana e che continua a invecchiare progressivamente da tempo immemore. Il trend – se può essere una consolazione – è comune per l’intera penisola. L’ultimo scenario statistico verosimilmente non è cambiato in pochi mesi. Tutt’altro. Il risultato finale non muta se prendiamo in considerazione i numeri Istat relativi a Viterbo. Come dire che la regola vale per tutti i residenti della provincia: anche nel capoluogo uno su tre supera i sessanta. I numeri dicono che circa un anno e mezzo fa Viterbo registrava in totale 67.681 abitanti. Erano 4.234 coloro che contavano tra i 60 e i 64 anni, il 6,3% (1.998 maschi e 2.236 femmine). Tra i 65 e i 69 anni si annoveravano 3.999 persone, il 5,9% della popolazione (1.843 maschi e 2.156 femmine). Il totale dei due scaglioni arrivava al 12,2%. Altri 11.562 viterbesi avevano oltre i settanta anni. I tre i gruppi messi insieme portavano la cifra totale intorno alle ventimila unità. Un viterbese su tre era anziano, nel senso di over 60, in perfetta simmetria con i parametri provinciali. Se scattasse una possibile – crediamo non probabile clausura – un terzo della popolazione dovrebbe restarsene a casa. Ovviamente, è sempre la salute generale la stella polare che deve orientare di ogni decisione e lo scenario che abbiamo cercato di costruire ha soltanto la pretesa di essere una fotografia della dimensione demografica della Tuscia e del suo capoluogo. E magari portare un modestissimo contributo alla conoscenza della comunità.