“Giulia la Bella”: l’esistenza turbolenta e il mistero del suo volto

di Luciano Costantini

Di Giulia Farnese non esistono immagini certe, della sua vita invece tanti racconti riportati in innumerevoli biografie. La damnatio memoriae ne ha cancellato i tratti somatici, ma non l’esistenza che fu a dir poco turbolenta. Amante del cardinale spagnolo Rodrigo Borgia, poi divenuto papa con il nome di Alessandro VI, e sorella di Alessandro Farnese, il futuro Paolo III. Il primo aveva goduto dei favori della donna. Il secondo era asceso al soglio di Pietro grazie alle di lei raccomandazioni. Naturale, comunque plausibile, che i due pontefici, pur per interessi diversi, desiderassero che Giulia venisse dimenticata, rimossa dalla storia. Almeno nella figura, se non nel racconto. Vanamente perché lei è riuscita a sfondare nella cronaca come “Giulia la Bella”: capelli corvini, occhi nerissimi, fisico asciutto. Tratti marcati come quelli della sua terra, Maremma laziale e dintorni, che le dà i natali nel 1474 o 1475. A Canino o, più probabilmente, nel castello di Capodimonte. I genitori sono Pier Luigi Farnese, signore di Montalto, e Giovannella Caetani. Prima di lei sono nati Angelo e Alessandro (il futuro Paolo III); dopo di lei verrà al mondo Girolama. Perde il padre a soli 9 anni, ma la tenera età non le impedisce di andare in sposa ad Orsino Orsini, signore di Bassanello (oggi Vasanello) e orbo di un occhio, non esattamente un Adone. Matrimonio già fissato dal genitore e dal cardinale Rodrigo Borgia. Che è zio di Orsino, ma non ancora papa. E’ l’inizio di una rutilante esistenza di cui offriamo soltanto pochi ma necessari cenni, tanto è stata raccontata nei secoli. Diventa madre di Laura (figlia di Orsino o di Rodrigo?) a 27 anni. Rodrigo, salito al soglio pontificio come Alessandro VI, è accecato dalla gelosia per Giulia (diventata quasi automaticamente “concubina papae” e “sponsa Christi”). La minaccia addirittura di scomunica se non torna subito a Roma da dove si è allontanata per assistere il fratello morente a Capodimonte. Il pontefice la reclama, il marito Orsino la vuole a Vasanello. Giulia, accompagnata dalla suocera e dalla sorella Girolama, sulla via del ritorno viene intercettata presso Viterbo da una pattuglia di soldati francesi di Carlo VIII e sequestrata. La mediazione del papa permette finalmente il rientro a Roma, ma per poco tempo. Nel 1503 il focoso Alessandro VI muore e Giulia la Bella capisce che l’aria della città non fa più per lei. Si trasferisce forzatamente nel feudo di Carbognano che il marito Orsino (pure lui defunto) aveva avuto dal cardinale Alessandro Farnese (fratello di Giulia) che sarebbe a sua volta diventato papa Paolo III. Raccontano i cronisti del tempo che fissa la propria dimora nel castello, come testimoniano le incisioni sulle finestre del maniero. Gestisce al meglio il suo dominio prima di tornare per l’ultima volta a Roma nel 1522. Vi muore due anni dopo, non prima di aver sposato un nobile napoletano, Giovanni Capece Bozzuto. Una esistenza a tutto tondo, comunque tumultuosa, che lascia in eredità due misteri, due gialli irrisolti si direbbe oggi, probabilmente irrisolvibili: quello della sua quasi mitica avvenenza e quello della sepoltura. In una lettera inviata da certo Giacomo Dragoni al cardinale Cesare Borgia si narra di una gara di bellezza a Pesaro tra Giulia e Caterina Gonzaga, la prima una figura tipicamente mediterranea, la seconda occhi azzurri e capelli biondi. Vince la Gonzaga: “Il colorito bruno ebbe la peggio rispetto al candore e l’ardire dell’avvenenza”. La beltà della Farnese nel frattempo è evidentemente sfiorita come spiega Lorenzo Pucci, cognato della sorella Gerolama: “Madonna Iulia è ingrassata….e in mia presenza si scapigliò e fecesi acconciare i capelli e il capo…”. Dove riposa? Si sa per certo che Giulia non voleva essere sepolta a Roma: troppi e amari i ricordi. Il suo desiderio era una modesta tomba nella tranquillità dell’isola Bisentina, nel cuore del lago di Bolsena e del proprio feudo. Tante ricerche, ma nessuna traccia. Qualcuno recentemente ha creduto di averla individuata a Carbognano, in una nicchia murata della chiesa sconsacrata della Madonna dell’Immacolata dove sono affiorati i resti di due corpi. Scarse le probabilità che siano attribuibili a Giulia. In compenso c’è chi giura che il volto splendido riprodotto su un dipinto, con tanto di unicorno (simbolo dei Farnese) all’interno del castello di Carbognano, sia davvero quello della donna. Il mistero continua.

Foto “Fanciulla con seno scoperto e liocorno”, Palazzo Farnese di Carbognano (XVI sec.).

Nella foto di copertina: Lo studio di Romualdo Luzi e Patrizia Rosini vuole riconoscere Giulia in questa testa femminile di Sebastiano del Piombo.

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