Giornate FAI, Un weekend per riconnetterci alla storia e alla cultura dell’Italia

Le Giornate FAI quest’anno compiono “trenta primavere”: dal 1993 a oggi, 14.090 luoghi di storia, arte e natura aperti in tutta Italia, visitati da oltre 11.600.000 di cittadini, grazie a 145.500 volontari 330.000 studenti “Apprendisti Ciceroni”. Un traguardo esaltante, che tuttavia non potrà essere solo una festa. Nel pieno di una guerra che segna tragicamente la storia europea, non è il momento di festeggiare, né di invitare gli italiani a distrarsi nel puro godimento delle meraviglie del nostro Paese, ma piuttosto a concentrarsi sul significato e sul ruolo del patrimonio culturale che riflette la nostra identità, testimonia la nostra storia e rinsalda i valori del vivere civile. In cos’altro si incarna, del resto, l’identità di un popolo se non nella sua storia, nella cultura e nella tradizione? I monumenti, il paesaggio, le opere d’arte raccontano chi siamo a chi non ci conosce e alle generazioni presenti e future: il patrimonio culturale è come il patrimonio genetico di un popolo, che conserva a perenne memoria un codice di esperienze e valori condivisi su cui si fonda la nostra umanità.

Mai come quest’anno, allora, le Giornate FAI mostrano il loro più autentico spirito civico ed educativo, che è nella missione del FAI: visitare gli oltre 700 luoghi eccezionalmente aperti dai volontari del FAI sarà l’occasione per conoscere la nostra storia e riflettere su quanto può insegnarci per affrontare il presente e il futuro, perché ciò che siamo e che abbiamo non sia dato per scontato, ma sia compreso e apprezzato come esito di lunghi e talvolta drammatici trascorsi che ci accomunano come italiani, europei, e con l’umanità tutta. Proteggere, conservare e valorizzare il patrimonio culturale, aprendolo al pubblico e invitando tutti gli italiani a conoscerlo e frequentarlo: questa è la missione del FAI, che proprio in questi tempi bui, in queste Giornate FAI, trova un senso ancor più profondo e una funzione ancor più necessaria e urgente.

Il FAI, come istituzione della Repubblica, ha scelto di esprimere in maniera esplicita la vicinanza e la solidarietà con il popolo ucraino esponendo i colori della sua bandiera in tutta la comunicazione e nei Beni, ma la Fondazione vuole dare un contributo concreto e perciò si impegna oggi formalmente a finanziare il recupero di un’opera d’arte del patrimonio culturale ucraino che sarà individuato non appena cesserà la guerra e sarà avviata la ricostruzione del Paese.

Chi deciderà di prendere parte alle Giornate FAI potrà offrire un contributo per sostenere la Fondazione. Ai partecipanti verrà suggerito un contributo non obbligatorio a partire da 3 euro e la donazione online su www.giornatefai.it consentirà, a chi lo volesse, di prenotare la propria visita; per molti luoghi, soprattutto nelle grandi città, la prenotazione online è consigliata per garantirsi l’accesso alla visita. Chi lo vorrà, potrà sostenere ulteriormente il FAI con contributi di importo maggiore oppure con l’iscrizione annuale, sottoscrivibile online o in piazza in occasione dell’evento (box in fondo per dettagli).

Un weekend per riconnetterci alla storia e alla cultura dell’Italia, che permetterà ai visitatori di sentirsi parte dei territori in cui vivono e di cui spesso non conoscono appieno la bellezza e il valore. Verranno aperti ville e palazzi storici, aree archeologiche, chiese di grande valore architettonico o storico-artistico, esempi di archeologia industriale, castelli, biblioteche, collezioni d’arte e musei. Non mancheranno itinerari nei borghi alla scoperta di angoli meno noti del paesaggio italiano,dove si conservano tesori nascosti e si tramandano antiche tradizioni, e visite didattiche in parchi urbani, orti botanici, giardini storici e cortili, che nascono dall’impegno messo in campo dalla Fondazione per la diffusione di una più ampia “cultura della natura”.

 

Nella Tuscia la trentesima edizione della manifestazione del Fondo Ambiente Italiano è dedicata alla scoperta dell’ex chiesa dei Raccomandati e di palazzo Nuzzi a Orte, in provincia di Viterbo. palazzo Nuzzi, fino a pochi anni fa sede del Comune, ma originariamente palazzo di famiglia di una delle figure più importanti della storia moderna del comune viterbese: il cardinale Ferdinando Nuzzi. Il recente restauro condotto nella camera cardinalizia ha permesso di conoscere in maniera approfondita il palazzo e le sue notevoli pitture murali, che saranno raccontate dagli stessi restauratori che vi hanno lavorato”.

 

Alto Lazio

ORTE

Palazzo Nuzzi – Itinerario

Apertura sabato 26 e domenica 27 marzo, dalle ore 10 alle 17

La storia di Orte è caratterizzata dall’altalenante rapporto con Roma e con la corte papale, reso indissolubile dalla presenza del Tevere e di importanti vie comunicazione. Questo rapporto venne rivitalizzato, a cavallo del 1700, da un’importante figura di origini ortane, membro della curia vescovile a Roma e, successivamente, cardinale: Ferdinando Nuzzi. È proprio in questi anni che Ferdinando Nuzzi fece erigere il palazzo di famiglia decorato da pregevoli pitture murali. Il palazzo non è mai stato visitabile, essendo stato fino a poco tempo fa sede degli uffici del Comune di Orte. La collaborazione tra Comune, Università degli Studi della Tuscia e la Fondazione CariVIT ha promosso, in questi ultimi anni, il restauro delle pitture in uno degli ambienti al piano nobile. Guide d’eccezione per queste Giornate FAI di Primavera saranno i restauratori che hanno condotto i lavori, che racconteranno il Palazzo e le pitture da un punto di vista unico. Il racconto dei restauri di Palazzo Nuzzi sarà completato dalle visite ad altri due luoghi importanti della città: il ben noto Ninfeo Sotterraneo e la riscoperta delle pitture all’interno dell’ex Chiesa dei Raccomandati.

 

LABRO (RI)

Apertura sabato 26 e domenica 27 marzo, dalle ore 10 alle 17

Labro, situato sulla cima di un colle affacciato sulla Valle del Fuscello, ha origini molto antiche testimoniate da ritrovamenti archeologici e dallo stesso nome del paese, che deriverebbe da lavabrum cioè vasca in riferimento all’antico Lacus Velinusprosciugatosi in seguito al taglio della cascata delle Marmore in epoca romana. Tra i borghi più belli d’Italia, è stato completamente recuperato a partire dagli anni Sessanta da un gruppo di architetti belgi, che si sono innamorati di Labro e lo hanno restaurato e valorizzato rispettandone l’identità storica. Durante le Giornate di Primavera 2022 la visita partirà da Porta Reatina e toccherà i punti più suggestivi del borgo. Si inizierà con una tappa nel crocevia delle Tre Porte, anticamente questo luogo era una torre dal quale si diramavano le tre strade principali. Si giungerà alla chiesa collegiata di Santa Maria Assunta, a navata centrale, con volte a crociera decorate con affreschi raffiguranti il cielo stellato, dove sono conservati notevoli arredi liturgici quattro/cinquecenteschi e un’Annunciazione di scuola umbra attribuibile a Bartolomeo Torresani. Si entrerà, poi, nel Teatrino Comunale, restaurato nel 1985 con l’obiettivo di dare alla comunità un luogo di cultura e socialità, e si giungerà al vicino Torrione, da cui si può ammirare lo splendido panorama. Il percorso si concluderà al Castello dei Nobili Vitelleschi, nel quale i visitatori, accolti dai proprietari, potranno scoprire l’archivio storico dei marchesi e ammirare gli scenografici giardini.

POGGIO SAN LORENZO (RI)

Le mura romane e il grande leccio

Apertura sabato 26 e domenica 27 marzo, dalle ore 10 alle 13 e dalle 14 alle 19

Tra la nuova e la vecchia Salaria, a quasi 500 metri d’altezza, sorge Poggio San Lorenzo, borgo edificato a partire dal XII secolo sulle mura di sostruzione ad archi romane. La visita durante le Giornate di Primavera 2022 sarà all’insegna dell’ambiente inteso come unione armonica di cultura della natura, di cui Poggio San Lorenzo e il suo paesaggio sono un sommo esempio: oltre alle antiche mura, prodigio di tecnica costruttiva di duemila anni fa, si potrà scoprire eccezionalmente il grande leccio plurisecolare conosciuto in paese con il nome di Erecione, che si trova in una proprietà privata in località Valle Gemma, la quale aprirà per la prima volta. Questo monumento naturale sorge, accanto a una grande vasca di raccolta dell’acqua, su un pianoro artificiale sostenuto da un possente muro di sostruzione romano in opera poligonale. Tra le tappe nel borgo, anche il Frantoio oleario Capofarfa, con la sua storia di quattro secoli e i resti romani nel sottosuolo. Sabato alle ore 16 si esibirà la Banda dell’Associazione Musicale di Poggio San Lorenzo che da oltre un secolo prosegue la propria attività.

A dieci minuti di macchina da Poggio San Lorenzo si trova Osteria Nuova di Frasso Sabino, con la Grotta dei Massacci, il monumento sepolcrale romano che costituisce l’altra apertura del Gruppo FAI Sabina per le Giornate di Primavera 2022.

 

Elenco completo dei luoghi aperti, modalità di partecipazione e prenotazioni su: 

https://fondoambiente.it/il-fai/grandi-campagne/giornate-fai-di-primavera/i-luoghi-aperti/?regione=LAZIO

Giornate Fai

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