Flipped Classroom: formazione per i docenti contro la dispersione

Si svolgerà il 26 maggio dalle 8,30 alle 19,00 il workshop di formazione sulle Flipped Classroom previsto nel Progetto FL.OR.ENCE promosso dagli istituti  F.Orioli, Colasanti  e Santa Maria del Paradiso .

L’iniziativa finanziata dall’USR Lazio, nell’ambito dei “fondi per la definizione e attuazione dei Piani di Miglioramento in esito al processo di Autovalutazione” e progettata dalla dottoressa Chiara Frontini, prevede la formazione di docenti di alcune discipline chiave per lo sviluppo e l’implementazione di una didattica innovativa e congeniale al recupero e al potenziamento, tutta dedicata agli studenti a rischio dispersione o  insuccesso scolastico, in base agli obiettivi del RAV.

Ma  in cosa consiste la Flipped Classroom, o “Classe  Capovolta”? Servono innanzitutto docenti formati, capaci di fare anche i blogger, di lavorare in modo cooperativo e  serve che ogni studente abbia a disposizione uno smartphone e una connessione internet quando si trova a casa.

Sono questi gli ingredienti base  della flipclass, una rivoluzione della scuola che non passa per le riforme di sistema,  ma per la sperimentazione quotidiana e la caparbia “voglia di fare scuola” di molti  insegnanti che sono quelli che costituiscono la vera Buona Scuola.

Per semplificare, a casa gli studenti visionano le video-lezioni preparate dai propri docenti e a seguire, la mattina  a scuola, lavorano insieme,  cooperando e  rivoluzionando anche la disposizione dello spazio-classe, svolgendo esercizi e potenziando ciò che hanno appreso a casa.

In Italia la flipped classroom fa breccia, visto che dal  2014, anno della sua prima sperimentazione, a oggi ci sono già più di 600 insegnanti formati e 120 sezioni di scuola in cui ‘ufficialmente’ si pratica la didattica capovolta.

L’interesse pare destinato a crescere. La sfida degli Istituti Orioli, Colasanti e Santa Maria del Paradiso è questa: innovare, digitalizzare e andare incontro a ciascuno studente con strategie didattiche all’avanguardia, inclusive e appropriate ai nostri studenti del Terzo Millennio, i cosiddetti “nativi digitali”.

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