Fiabofobia, il monologo di Arianna Porcelli Safonov con ironia e sarcasmo rapisce la platea di Ferento

Smaliziato, tagliente, caustico. Si può sintetizzare così lo spettacolo “Fiabofobia” in scena giovedì sera al Teatro Romano di Ferento con una Arianna Porcelli Safonov capace di reggere il palco con elegante destrezza. Una sfilza di racconti che stigmatizza le varie paure comuni, proprie e altrui, che accompagnano ogni esistenza, perché è sempre facile ridere delle paure che provano gli altri… Ben diverso è mettersi in discussione. E quindi: serpenti, ragni, volare, pandemia, malattie veneree e ambiguità sui social. Tutto ciò che terrorizza condiziona l’evoluzione personale e diventa un torto verso se stessi poiché, citando Seneca: “Sono più le cose che ci spaventano di quelle che ci minacciano effettivamente e spesso soffriamo più per le nostre paure che per la realtà”. Con sguardo aperto e disincantato sulla società attuale, l’attrice satirica e storyteller ha messo in luce le fragilità dei nostri tempi, empatizzando con il pubblico e portando un’ora e mezza di freschezza in una caldissima serata di questa torrida estate, durante la quale ognuno dei presenti ha saputo ritrovare qualcosa di sé, annotando la poliedricità di un programma, quello di Ferento 2024, che coinvolge e raccoglie i gusti di un pubblico sì eterogeneo, ma anche riflessivo. (S.G.)

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