Fabrica di Roma da quasi 10 anni è senz’acqua potabile: una ferita politica e sociale. Lo sconforto di un residente

Riceviamo e pubblichiamo

Fabrica di Roma non ha pace: quasi dieci anni senz’acqua potabile, e nessuno se ne assume la responsabilità o dà soluzioni.

Sì quasi 10 anni, dal 2016, tanto è passato dall’ordinanza che dichiara l’acqua di Fabrica di Roma non potabile. Dieci anni in cui i cittadini hanno dovuto arrangiarsi: comprare casse di bottiglie, installare depuratori domestici, inventarsi soluzioni fai da te. Dieci anni in cui tutte le istituzioni hanno preferito voltarsi dall’altra parte.

Il Comune è stato addirittura citato in una sentenza europea che condannava l’Italia per i livelli di arsenico. Eppure, invece di correre ai ripari, la situazione è peggiorata: oggi la ASL segnala l’ennesima presenza di batteri pericolosi nell’acquedotto gestito ora da Talete. Non solo arsenico e fluoruri, ma anche coli-batteri. Una miscela che rende l’acqua dei rubinetti un cocktail da laboratorio più che un bene pubblico e questo è già il terzo evento in un anno.

La domanda è semplice: dove sono le istituzioni? Il Comune osserva, la Regione tace, Talete invia bollette “stratosferiche” senza garantire un servizio dignitoso. Intanto i cittadini pagano due volte: con le tasse e con l’acqua comprata al supermercato.

È questa la sana gestione di un diritto fondamentale?

La verità è che Fabrica di Roma è diventata il simbolo di una inerzia scandalosa. Non si tratta più di un problema tecnico, ma di una ferita politica e sociale. Perché negare l’accesso all’acqua sicura significa calpestare la dignità delle persone. Significa lavarsi le mani — letteralmente — mentre gli altri non possono nemmeno lavarsi i denti… Infatti, con l’acqua del rubinetto a Fabrica neppure i denti ci possiamo lavare!

Questa storia dell’acqua non è un dettaglio locale: è il ritratto di un Paese che si abitua all’assurdo. E la domanda finale resta sospesa: quanto ancora dovremo aspettare prima che qualcuno si assuma la responsabilità di restituire ai cittadini ciò che spetta loro di diritto? Qualcuno in Regione o al Comune si svegli, magari una chiamata a Talete potrebbe giovare oppure si provveda a soluzioni vere.

Nel frattempo la cittadinanza valuta alcune soluzioni e azioni… Forse.

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Gualdi Massimiliano,
un cittadino tra i cittadini stufo di certe cose

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