
Non si può più dire niente, il nuovo libro di Cathy La Torre tra politicamente corretto e linguaggio inclusivo
Non si può più dire niente, il nuovo libro di Cathy La Torre, edito da Roi Edizioni, un manuale di sopravvivenza tra politicamente corretto e linguaggio inclusivo. Un manuale pratico, con esercizi concreti, esempi reali e un approccio pragmatico per imparare a dire tutto senza offendere nessuno e senza cedere all’autocensura.
Per chi lavora in azienda, gestisce un team, fa colloqui, parla in pubblico, comunica,
parla sui social o, semplicemente, si relaziona con altre persone. L’autrice lo presenta dal vivo a Roma mercoledì 19 novembre alle ore 18.00 alla Feltrinelli di via Appia.
“Non è vero che ‘non si può più dire niente’. Si può dire tutto. Ma oggi non puoi più farlo senza che qualcuno te ne chieda conto. E questa non è la fine della libertà: è l’inizio della consapevolezza. Possiamo ancora dire tutto, ma possiamo – e dobbiamo – imparare a dirlo meglio”.
“Ma è anche un tentativo di offrire uno spazio di riflessione a chi ogni giorno si misura con la complessità del linguaggio”: ad aprirlo, dopo la prefazione del poeta, saggista e professore italiano GianMariaAnnovi, un’introduzione che spiega come leggere e, soprattutto, come approcciarsi a questo libro, in cui Cathy La Torre prova a rispondere alla domanda con la chiarezza e la concretezza che l’hanno resa una delle voci più ascoltate sul tema dei diritti e della comunicazione inclusiva.
Nel manuale trovano spazio anche tematiche molto calde come la comunicazione rispettosa in ambito lavorativo, tra linguaggio formale e informale, e il confine tra complimento e molestia: “In ufficio, durante una riunione, un commento appropriato potrebbe essere: “La tua analisi del mercato è stata brillante, complimenti per la preparazione.” Una molestia invece: “Con quel cervello e quel fisico pazzesco, andrai lontano.” Vedete la differenza?”; il dibattito woke vs non-woke, dal significato del termine, la cui prima traccia scritta risale al 1962 fino alla percezione, decisamente piùrecente che “woke non è più chi si batte per l’inclusione, ma chi impone una nuova ortodossia: il pensiero unico!” e la conseguente nascita del mondo “non-woke”, “dalla sensazione diffusa che la richiesta di rispetto sia diventata una forma di imposizione”.
Cathy La Torre è avvocata patrocinante in Cassazione e Giurisdizioni Superiori, founder e CEO di Wildside Legals – Società tra Avvocate, studio legale specializzato in equità nei contesti lavorativi, ESG, digital law e diritti fondamentali. È consulente e formatrice aziendale in materia di diversity, equity & inclusion, sostenibilità sociale, compliance e AI governance. Nel 2019 è stata premiata da The Good Lobby come miglior avvocata pro bono d’Europa; nel 2020 ha ricevuto il Premio Coraggio Emanuela Loi; nel 2023 i Factanza Media Awards per la divulgazione in materia di equità e inclusione; nel 2024 il riconoscimento come Miglior Avvocato in Diritto Antidiscriminatorio. Ha pubblicato per Mondadori “Nessuna causa è persa” (2020) e “Ci sono cose più importanti” (2022), per Feltrinelli “Non è normale. Se è violenza non è amore. È reato” (2024) e per ROI Edizioni “Non si può più dire niente” (2025). È creatrice dei podcast “Invertiti: storie di gay, lesbiche, bisessuali, transessuali che hanno invertito il corso della storia” e “Dritti ai Diritti”. Porta in scena la conferenza-spettacolo “Tutte le volte che le donne”, dedicata alle figure femminili dimenticate dalla storia.
Ph Monica Silva



















