Elio Pecora a Viterbo per la rassegna “Elogio della Poesia”

Roma 17 giugno 2009. Elio Pecora, poeta, scrittore e saggista, ritratto a Roma in via Giulia. Foto: Rino Bianchi

Mercoledì 8 febbraio alle 17,30 il grande poeta, scrittore e saggista campano interverrà per la rassegna sulla poesia in compagnia della curatrice Elvira Federici presso la Biblioteca di viale Trento a Viterbo.

Dopo il grande successo dei primi due appuntamenti, la biblioteca si prepara per ricevere un altro grande poeta e prosatore italiano, Elio Pecora.

Scrittore e saggista di origine campana, dirige da un decennio la prestigiosa rivista internazionale “Poeti e Poesia” e ha collaborato per la critica letteraria a quotidiani, settimanali e riviste (tra cui Mondo Operaio, Il Mattino, La Stampa – Tuttolibri, L’Espresso, Nuovi Argomenti) oltre che ai programmi di RadioRAI.

I suoi libri di poesia:
La chiave di vetro (Cappelli 1970); Motivetto
(Spada 1978); L’occhio corto (Studio S. 1985); Interludio (Empiria
1987 e 1990); Dediche e bagatelle (Rossi & Spera 1990); Poesie
1975-1995 ( Empiria 1997 e 1998; Favole dal giardino (Empiria
2004 e 2013); Nulla in questo restare (Il ramo d’oro 2004);
Simmetrie (Mondadori Lo Specchio, 2007 ); La perdita e la salute, I
Quaderni di Orfeo 2008; Tutto da ridere?, Empiria 2010; Nel tempo
della madre (La Vita Felice 2011); In margine e altro, Oedipus 2011;
Dodici poesie d’amore (con acquerelli di Giorgio Griffa), Frullini
edizioni 2012. Per i bambini: L’albergo delle fiabe e altri versi,
(Orecchio Acerbo 2007); Un cane in viaggio (Orecchio Acerbo,
Roma 2011); Ha pubblicato il volume L’avventura di restare ( le
scritture di Elio Pecora) a cura di Roberto Deidier con contributi di
vari critici. Sue poesie sono tradotte in numerose lingue.

Fra i tanti che hanno scritto di lui, Dario Bellezza, Franco Cordelli, Elena Croce, Milo De Angelis, Luce D’Eramo, Giorgio Manacorda, Alberto Moravia, Sandro Penna, Enzo Siciliano, Achille Tartaro.

Di lui Roberto Deidier ha scritto: Con un residuo di sano, costruttivo relativismo, Pecora sembra aver assimilato, saltando secoli interi, la lezione di colui che, tra i poeti arcaici, sembra somigliargli di più, Senofane: «La verità nessun uomo la conosce, né mai potrà conoscere / le cose che io dico a parole sugli dèi e sul tutto. / La parola può forse avvicinarsi alla realtà, / ma non conoscerla: il massimo traguardo è l’opinione».
www.bibliotecaviterbo.it

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