De Simone:“La crescita dello spread, fa lievitare i tassi di interesse sui prestiti”

“La spesa per interessi in Italia pesa già più che negli altri Paesi dell’Unione, come ha evidenziato nei giorni scorsi un’analisi di Confartigianato effettuata su elementi forniti da Istat e Bankitalia. Un dato purtroppo destinato ad aumentare a seguito della continua crescita dello spread, che ieri ha toccato di nuovo quota 300”. Così Andrea De Simone, segretario provinciale di Confartigianato Imprese di Viterbo, commenta i rincari sul costo di mutui e prestiti, cresciuto in media da luglio ad oggi – con un’accelerazione progressiva tra ottobre e i primi di novembre – di 15-30 punti base per quelli a tasso fisso e di 10-20 punti per quelli a tasso variabile.

 

“Lo spread che sale mette a rischio la tenuta del sistema bancario, ad oggi titolare di circa 400miliardi di titoli di Stato – continua De Simone -. Si va verso l’ennesima crisi dell’erogazione del credito, specie se consideriamo che per gli istituti è già aumentato il costo della raccolta del denaro. Nel 2019, inoltre, terminerà anche il Quantitative Easing della Bce: un nuovo credit crunch è molto più che un rischio e a farne le spese saranno soprattutto le piccole e medie imprese e le famiglie”.

 

Se a questo quadro si aggiunge anche che nel primo semestre 2018 la crescita del pil è stata pari a zero, la situazione per le aziende italiane si fa ancora più complicata. “La fiducia delle imprese tende a calare, anche perché la pressione dello spread che spinge in alto i tassi sul mercato del credito comporta una loro conseguente perdita di competitività – aggiunge De Simone -. Nella nota integrativa al Def del Governo è previsto un rialzo del costo per interessi che nel 2019 sarà pari al 3,7% del Pil, fino ad arrivare al 3,9% del 2021. Teniamo presente che l’incidenza del 3,6% del 2018 colloca già l’Italia al 1° posto tra i 28 Paesi della UE per peso degli interessi sul debito”.

 

“Le tensioni sul mercato del credito comprimono la propensione ad investire delle imprese e delle famiglie – conclude De Simone -, compromettendo le prospettive di crescita di capitale dell’economia italiana. Come già proposto da Confartigianato, è necessario che la manovra economica del Governo riporti in equilibrio il rapporto tra spesa corrente, ora troppo sbilanciata su misure assistenziali come il reddito di cittadinanza, e spesa per investimenti. Altrimenti lo spread manderà in tilt il sistema economico del Paese”.

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