Cristina Marucci con il colera a Viterbo si aggiudica la borsa di studi per “Un monastero, una città e un territorio”

Rossella Cravero

E’ il settembre 1837 quando a Viterbo arriva il colera. Sono anni in cui tutta l’Italia è flagellata dall’epidemia. Durante l’estate viene colpita Roma, Viterbo si difende e chiude le sue porte, per quell’anno viene sospeso il Trasporto della Macchina e la Fiera. Ma quanti sanno che il contagio riesce a varcare le porte del Monastero di Santa Rosa e fare 7 vittime tra le 15 sorelle infettate? Quanti conoscono le rivolte e le ribellioni che la città vive proprio in quei giorni? A mettere insieme questi preziosi tasselli di storia e a unire testimonianze d’archivio ancora inesplorate ci penserà con un anno di studio Cristina Marucci vincitrice della Borsa di studio istituita dal Centro Studi Santa Rosa da Viterbo Onlus per un progetto di ricerca dal titolo: Un monastero, una città e un territorio.

Cinquemila euro messi a disposizione dall’Università. dal Comune, dalla Fondazione Carivit, dal Sodalizio dei Facchini e dal Centro Studi. Quindici i canditati che hanno risposto al bando, alcuni, come spiega la dottoressa Eleonora Rava, amministratore e anima pulsante del Centro Studi, di grande valore, anche perché già inseriti nel mondo accademico, “ma abbiamo voluto premiare la complessità dell’argomento proposto e non solo i titoli dei candidati”.

Il presidente del Centro Studi Attilio Bartoli Langeli ha sottolineato come “sia tra gli obiettivi primari del Centro studi il recuperare la storia di tutto ciò che è legato alla figura di Santa Rosa ma anche quello di mettere in luce quello che è inerente al monastero come comunità religiosa, ponendo in risalto il forte influsso avuto sulla città di Viterbo conferendo alla collettività cittadina un marchio religioso e civile”. Massimo Mecarini presidente del Sodalizio dei Facchini ha sottolineato l’originalità della ricerca premiata, mentre il sindaco Arena e il presidente della Fondazione Carivit hanno ribadito l’importanza di iniziative che vedono lo sforzo unitario di più Enti per stimolare lo studio della storia del territorio. Anche il neo rettore dell’università della Tuscia Stefano Ubertini ha sottolineato come la borsa di studi rappresenti l’importante occasione per una crescita comune.

 

COMMENTA SU FACEBOOK

CONDIVIDI