Covid, Coldiretti: buco da un miliardo per gli agriturismi

Con l’introduzione del nuovo DPCM viene nuovamente colpita l’attività di ristorazione e, di conseguenza, la somministrazione di pasti e bevande gestita dagli agriturismi. Nelle indicazioni a colori (giallo, arancione e rosso) determinate dal 6 novembre, il Lazio è stata indicata come regione gialla, quindi con misure meno restrittive rispetto ad altre. Ma comunque le limitazioni introdotte fissano, per le attività di ristorazione, l’orario dalle ore 5.00 alle 18.00 con la possibilità sempre della consegna a domicilio, nonché fino alle ore 22.00 della ristorazione con asporto.

“Il primo lockdown è stato veramente difficile da affrontare: abbiamo dovuto annullare tutto, dalle tradizionali presenze in campagna nei weekend di primavera e di Pasqua, ai ricevimenti tra cui i diversi Agriwedding che stavano diventando la moda del momento – interviene Alessandro Serafini, Presidente Terranostra Viterbo – Inoltre in tanti stranieri hanno disdetto le loro vacanze, soprattutto da Germania ed Olanda; alla lista dobbiamo aggiungere anche i croceristi che, una volta giunti a Civitavecchia, pernottavano e provavano il vero Made in Italy, per la prima volta, proprio presso le nostre strutture. Oggi, dopo le variazioni apportate dentro le nostre strutture per evitare qualsiasi tipo di contagio, dopo le sanificazioni degli ambienti, dopo le limitazioni alle piscine e tutto il resto, ci troviamo ad essere aperti soltanto nelle ore del pranzo. Quanti agriturismi sono raggiungibili nella pausa pranzo di lavoro?”

A livello nazionale, Coldiretti stima un buco da oltre un miliardo per i 24mila agriturismi distribuiti sul territorio nazionale; un colpo drammatico a più di 1 azienda agrituristica su 5 attiva in Italia con la cancellazione di oltre 140mila posti a tavola.  Per la gran parte delle aziende, che si trovano lontano dai centri urbani, la pausa pranzo non è sufficiente a garantire la copertura dei costi e quindi si preferisce chiudere.

“L’agriturismo è un settore chiave per l’agroalimentare nazionale con 253mila posti letto e quasi 442 mila posti a tavola – afferma il Direttore Coldiretti Viterbo, Elvino Pasquali – L’ Italia è leader a livello Europeo ricoprendo il primo posto per quanto riguarda il numero di strutture presenti nelle nostre campagne ed il tipo di attività multifunzionali portate avanti dalle stesse”.

“Ci troviamo in una situazione di crisi – conclude Pasquali – che rischia però di essere ulteriormente aggravata dalle lentezze della burocrazia per l’arrivo degli aiuti alle aziende. Gli agriturismi dei nostri territori,  rappresentano un modello di turismo sostenibile grazie ai primati nazionali sul piano ambientale ed enogastronomico; le risposte a livello burocratico, sia nazionale che regionale, devono arrivare in tempi brevi ed essere precisi per evitare la chiusura di alcuni”.

La paura nasce dall’ incertezza rispetto a Natale ed a Capodanno nonchè alla possibilità di cambiare colore e, con i mesi, di poter essere considerati arancioni o rossi con le conseguenti limitazioni anticontagio.

“Gli agriturismi – interviene Serafini – sono spesso situati in zone isolate della campagna, in strutture familiari, con un numero contenuto sia di posti letto che di posti a tavola; da noi le distanze si calcolano in ettari e non in metri quadri, garantire il rispetto delle misure di sicurezza è, per noi, una tra le cose più semplici del mondo e sopratutto riusciamo a offrire la possibilità ai nostri clienti di ritrovare quel benessere psicofisico che in questo particolare momento non guasta”.

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